Famiglia

Stress da compiti, 7 mosse per evitarlo e motivare a studiare bambini e ragazzi

 

 

Siete ostaggio dei compiti di vostro figlio? “Comincia pure. E hai bisogno chiedimi aiuto”. Sarebbe la frase giusta per iniziare la sessione di compiti a casa, ma spesso quel momento si trasforma in un conflitto con i nostri figli. Mentre impazza la petizione on line per eliminare esercizi e ripetizioni oltre l’orario scolastico, perché toglierebbero tempo alle attività e al gioco del bambino, ecco alcuni consigli per evitare lo stress e motivare bambini e ragazzi allo studio:
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compiti.

 

“Non ho alcun compito oggi.” “Il mio insegnante non guarda mai i compiti a casa”. “Questo compito era facoltativo.” “L’ho fatto a scuola, lo so già”. Queste sono le scuse più ricorrenti che, prima di un atto di forza del genitore, fanno sì che si guadagni del tempo prezioso per giocare. Finite tutte le scuse per temporeggiare inizia il lavoro vero, del genitore:

Far segnare su un foglio tutti i pensieri che lo distraggono: finiti i compiti, possiamo dare spazio ai pensieri che ci toglievano la concentrazione: musica, fumetti, chiacchiera da finire con l’amico;

La motivazione Molti genitori finalizzano lo studio dei figli al buon voto a scuola, né tanto meno sono una punizione che gli insegnanti infliggono ai bambini. Si tratta di un momento di crescita di cui dovremmo essere tutti convinti. Spesso i bambini fanno i compiti e studiano per evitare figuracce, sanzioni dai genitori o, all’opposto, per competere, assicurarsi la stima dei compagni, degli insegnanti, dei genitori. Pur essendo motivazioni che producono effetti sullo studio, non c’entrano con la motivazione buona del bambino.

Darsi un tempo Dopo la scuola, meglio il momento del gioco. Poi è importante decidere che ad un’ora precisa si inizia con i compiti facendo comprendere che la gestione del tempo, attuata in modo routinario, è una regola importante. E’ bene quindi, suddividere l’orario pomeridiano in tempo per lo studio e tempo per il gioco e mantenere gli orari con fermezza.

Trovare in casa un posto adatto, sempre quello, dove il bambino abbia tutti i materiali a disposizione e cercare la penna piuttosto che il righello non sia motivo di distrazione;

No alla musica. E loro insistono che si concentrano meglio con la musica in cuffia. Sarebbe meglio evitare anche la presenza della tv o della playstation in “zona compiti”

“Mamma, mi aiuti?” Certo, ma occorre avere il giusto atteggiamento nei confronti dei loro impegni: non dobbiamo sostituirci a loro, bensì aiutarli a fare da soli. Sedersi accanto al bambino, essere pazienti, comunicargli la nostra fiducia nelle sue capacità. Se sbaglia non mettiamogli etichette, non umiliamolo mai. Evitiamo di fornirgli soluzioni già confezionate, ma stimoliamolo, guidiamolo a trovarle in modo autonomo. In effetti, il compito di noi genitori è proprio quello di aiutare i figli a divenire autonomi.

Utilizzare incentivi giornalieri che non siano delle ricompense, in fondo studiare è un dovere, ma che diano il senso del premio per aver portato a termine il proprio impegno. Uno svago, anche la mezz’ora di tablet o di chat con l’amico ci può stare