Alimentazione

Scadenza prodotti, non dobbiamo essere fiscali sulle date indicate. Ma attenti a questi 4 alimenti

 

È vero, ci sono cibi che possiamo mangiare ben oltre la data scritta sulla confezione, mentre per altri è bene fidarsi di ciò che dicono. La data di scadenza che viene riportata sulle confezioni di prodotti alimentari indica la data fino alla quale il prodotto è igienicamente idoneo a essere consumato, sempre che vengano rispettate correttamente le istruzioni di conservazione. La dicitura “da consumarsi entro”, seguita dalla data, deve essere obbligatoriamente riportata sulle confezioni dei prodotti alimentari preconfezionati che vanno incontro a una rapida deperibilità, ma abbiamo notato come non sempre un prodotto scaduto, di cui è pur sempre vietata la vendita, se lo abbiamo già a casa, non è detto che debba finire nel secchio dei rifiuti. Ad eccezione di alcune sostanze che – non lo sapevamo – ma hanno un livello più basso di abbattimento dei batteri, proprio per preservarne le loro qualità naturali. Quindi oltre il termine…nuocciono alla salute.

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bevande

1.Anche se molti sono convinti delle qualità nutrizionali del latte o dei succhi di frutta non pastorizzati, considerati un toccasana per il sistema immunitario, per consumarli bisogna essere più attenti sulle sicurezza. Il rischio che vi sia contaminazione batterica esiste: solo la pastorizzazione a caldo è in grado di uccidere gli agenti patogeni  – perché permette di riscaldare il latte e le altre bevande ad una temperatura superiore rispetto a quella a cui possono resistere i batteri.

2. I succhi a base di frutta sono in genere acidi e questo rende più difficile la sopravvivenza dei batteri, garantendo così una maggiore protezione contro gli agenti patogeni. «Al contrario, i succhi di verdura freschi, non miscelati con la frutta, hanno maggiori probabilità di essere contaminati una volta superata la data di scadenza, il che li rende pericolosi per il consumo»,

3. La pastorizzazione a freddo uccide i batteri senza il ricorso al calore e fra i vari metodi in uso, uno dei più diffusi è senz’altro il processo HPP (High Pressure Processing), che funziona applicando una pressione elevata (6.000 bar) alle bevande imbottigliate, in modo da uccidere i potenziali agenti patogeni ed allungare così la durata dei prodotti. Non è però così efficace come quella termica e lo stesso periodo di conservazione dei succhi pastorizzati a freddo è più breve, a maggior ragione poi se non contengono frutta.

4. Qualunque cosa presa dal banco frigo si deteriorerà più velocemente di un prodotto a lunga conservazione, di conseguenza tenere gli alimenti alla giusta temperatura è il solo modo per assicurarsi che non vengano contaminati da salmonella, E.coli o simili. E l’accorgimento non vale solo per i supermercati, dove comunque il controllo è maggiore e garantito, ma soprattutto per il frigorifero di casa che deve avere una temperatura fra i 3 e i 4 gradi, perché se è superiore, favorisce la proliferazione dei batteri.