Storie di vita

“Sarai sempre con noi”. Il raro omaggio di Cristiano Ronaldo al padre morto: il campione posta su Instagram una foto che lo ritrae con i figli e un ritratto del nonno che non hanno mai conosciuto

 

Cristiano Ronaldo si mette in posa con i figli. Condivide la foto sul suo profilo sul social e lo fa per un motivo speciale. Ora che sta per diventare per la quarta volta papà il suo pensiero va al padre, José Dinis, morto a 57 anni per problemi di alcol. Una storia meno nota della sua vita privata. Non per questo Ronaldo rinuncia a ricordarlo, dato il profondo legame e affetto che li univa. Stavolta ha deciso di farlo direttamente sul web. “Sarai sempre con noi”, è la dedica speciale. Nell’immagine con il giocatore del Real Madrid ci sono Cristiano Junior, 7 anni, e i gemellini Eva e Mateo, nati lo scorso giugno da madre surrogata come il primogenito. Insieme a loro,  purtroppo solo idealmente, anche il nonno che i bambini non potranno mai conoscere. Cristiano Ronaldo con questo scatto rende omaggio al padre morto che non è mai riuscito a convincere a farsi curare, come rivelò la madre Maria Dolores dos Santos Aveiro nel 2007 in un’intervista rilasciata al Sunday Mirror. “Cristiano ha visto molto da vicino i danni causati dalla droga e dall’alcol e questo è il motivo per cui non ha vizi, non beve e non fuma. La sua unica “droga” si chiama calcio. Mio marito Dinis, il papà di Cristiano, ha bevuto tanto da morirne, mentre mio figlio maggiore Hugo ha cominciato a drogarsi quando Cristiano aveva 14 anni”, aveva detto la donna. Per cristiano la sua famiglia viene prima di tutto. Hugo, il fratello, è uscito dal tunnel degli stupefacenti. Ci sono le sorelle Liliana ed Elma e le loro rispettive famiglie. C’è anche Georgina Rodriguez, che presto lo renderà padre di una bambina, sarà la sua quarta volta. (Continua dopo la foto)

ronaldodentro

Intanto, in una lettera lunghissima ripresa da The Players’ Tribune il campione racconta la sua vita. Il portoghese ripercorre tutte le tappe della sua gloriosa carriera: i primi calci per le strade di Madeira, la riluttanza della madre e delle sorelle, il passaggio allo Sporting Lisbona, il trasferimento al Manchester United e i trofei vinti con la maglia del Real Madrid. Una sola costante, fin da piccolo: la voglia di migliorarsi sempre, di diventare il numero uno al mondo. Ci è riuscito grazie al lavoro e alla dedizione. (Continua dopo le foto)

ronaldodentro1 ronaldodentro2

“A quel tempo – racconta – non avevamo soldi, la vita era dura a Madeira, ma quando sei bambino il denaro non ti interessa, l’importante per me era sentirmi protetto e amato dalla mia famiglia. Ricordo con nostalgia quei momenti: il calcio mi ha dato tutto, ma mi ha anche portato lontano da casa e forse non ero ancora pronto. Avevo 11 anni quando mi sono trasferito a Lisbona per giocare con lo Sporting, è stato il momento più difficile della mia vita”. E ancora: “Se ci rifletto ora, credo sia veramente pazzesco: mio figlio Cristiano Jr. ha 7 anni, penso a come mi sentirei a fare una borsa per lui tra 4 anni e a mandarlo a Parigi o a Londra. Mi sembra impossibile, deve esserlo stato anche per i miei genitori all’epoca. Ma – ragiona – era l’opportunità per inseguire il mio sogno. Partii, piansi quasi ogni giorno. Ero ancora in Portogallo, ma sembrava di essere in un altro Paese, con un accento e una cultura diversi. Non conoscevo nessuno, la mia famiglia poteva permettersi di venirmi a trovare soltanto una volta ogni 4 mesi. Soffrivo ogni giorno”. Ma poi ce l’ha fatta.