Oggi, 20 gennaio 2015, è San Sebastiano. Militare romano vissuto tra il 256 e il 288 d.C., è stato martire per aver sostenuto la fede cristiana, ed è oggi venerato come Santo dalla Chiesa Cattolica e dalla Chiesa Cristiana Ortodossa.
Stando alle leggende, San Sebastiano visse durante l’epoca imperiale di Diocleziano. Nato a Milano, fu istruito secondo i principi cristiani, e si recò poi a Roma dove iniziò la carriera militare, divenendo ben presto comandante della prestigiosa prima coorte della prima regione, di stanza a Roma per la difesa dell’Imperatore. Con il suo ruolo favorì la difesa dei cristiani incarcerati, la sepoltura dei martini e la diffusione del cristianesimo tra i funzionari e i militari di corte (tanto che riuscì a condurre a conversione un nutrito numero di persone).
Purtroppo, quando Diocleziano scoprì che Sebastiano era cristiano, decide di condannarlo a morte. Fu quindi legato a un palo sul colle Palatino, denudato e trafitto da frecce. I soldati al vederlo morente e perforato dai dardi lo credettero morto e lo abbandonarono sul luogo affinchè bestie selvatiche potessero cibarsi delle sue carni. In realtà, Sebastiano non era morto, e Santa Irene – che andrò a recuperarne il corpo per dare una corretta sepoltura – lo trasportò nella sua dimora, non troppo distante, per curarlo dalle ferite.
Sebastiano, una volta guarito dalle ferite, anziché fuggire dalla città (come consigliato dai suoi amici) riprese a proclamare la sua fede al cospetto dell’Imperatore che gli aveva inflitto il supplizio. Il santo raggiunse coraggiosamente Diocleziano e lo rimproverò per le persecuzioni contro i cristiani. Diocleziano, vedendo Sebastiano, diede l’ordine di flagellarlo a morte: l’ordine fu eseguito nell’ippodromo del Palatino, e il corpo fu gettato nella Cloaca Maxima. La sua salma fu poi recuperata e sepolta nelle catacombe che oggi vengono, appunto, dette di San Sebastiano.
Attualmente, Sebastiano è il patrono della polizia municipale, e viene generalmente invocato anche contro le epidemie. È particolarmente venerato ad Acireale, poiché durante la seconda guerra mondiale, gli acesi fecero voto affinchè la città non fosse bombardata (e così fu). San Sebastiano riveste inoltre una particolare importanza per la comunità LGBT, all’interno della quale è sostanzialmente riconosciuto come santo patrono e intercessore (senza che tale culto sia riconosciuto dalla Chiesa Cattolica).
Generalmente, San Sebastiano è raffigurato come un giovane nudo, trafitto dalle frecce.