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Ricordate Edoardo Di Carlo? È uno dei 4 ragazzini superstiti della tragedia di Rigopiano. Estratto dai soccorritori, i suoi genitori sono invece morti sotto la slavina. A distanza di un anno, la denuncia della zia

 

“Stiamo provvedendo a Edoardo e ai suoi fratelli Riccardo e Piergiovanni con le forze delle nostre famiglie, ma economicamente possiamo contare solo sulle donazione dei privati”. Perché dallo Stato non hanno ricevuto alcun tipo di aiuto. Parole amare quelle di Simona Di Carlo, la zia dell’orfano dimenticato di Rigopiano. Il 18 gennaio del 2017 una valanga sommerge e distrugge l’hotel presso l’omonima località situata nel comune di Farindola, in Abruzzo. La slavina, distaccatasi da una cresta sovrastante, causò ventinove vittime. Si tratta della tragedia più grave provocata da valanga avvenuta in Italia dal 1916. Tra i superstiti anche quattro bambini, come Edoardo Di Carlo, 10 anni, che quel giorno ha perso entrambi i genitori. Il piccolo, fortunatamente, è stato tratto in salvo dai soccorritori ma ora la zia, che si occupa di lui e dei suoi due fratelli, denuncia: “Lo Stato ci ha abbandonato. Ci aspettavamo un aiuto, ma per lui solo donazioni da privati”. (Continua dopo la foto)

Hotel Rigopiano, le immagini delle prime persone estratte dai VV.FF.Con Edoardo sotto le macerie c’erano altri tre bimbi: Ludovica e Gianfilippo Parete, che hanno potuto riabbracciare i loro genitori, e Samuel Di Michelangelo, rimasto orfano proprio come Edoardo. Come riporta La Repubblica, per Samuel, che vive a Chieti con i nonni, si è potuto fare qualcosa. Il padre, infatti, era un poliziotto e quindi la pensione e gli emolumenti che gli spettavano sono stati versati dal ministero su un conto corrente aperto a nome di Samuel, che è stato inserito nel programma di sostegno ai figli di agenti morti per servizio. (Continua dopo le foto)

edook rigodentroIl papà di Edoardo, invece, era un pizzaiolo. La legge non prevede fondi per i parenti delle vittime di una catastrofe come quella di Rigopiano, neppure per chi è allo stesso tempo superstite e orfano. “Mi aspettavo un aiuto dallo Stato, una cifra forfait per ricominciare e colmare i debiti in sospeso. Questi ragazzi sono rimasti senza genitori, dobbiamo garantire loro un futuro: Edoardo è minorenne, Riccardo va all’università, Piergiovanni alle superiori”, dice la zia. “La verità – conclude amareggiata – è che ci sentiamo abbandonati dallo Stato”. L’Italia era rimasta commossa dal racconto di Edoardo che, estratto vivo, aveva raccontato: “Mentre ero sotto pensavo alla mamma”.