Famiglia

Ragazzi sempre sui social? Più tempo trascorrono in rete più si sentono soli

 

Il tempo trascorso sui social network può triplicare la sensazione di essere socialmente isolati. Specie per i nostri ragazzi. A dirlo è una ricerca pubblicata sull’American Journal of Preventive Medicine che ha studiato i comportamenti di 1.787 persone tra i 19 e 32 anni negli Stati Uniti. I questionari pensati nel 2014 da ricercatori dell’Università di Pittsburgh in Pennsylvania riguardavano la frequenza e il tempo trascorso su diverse piattaforme come Facebook, YouTube, Twitter, Instagram, Snapchat, Pinterest e LinkedIn. Ecco cosa emerge.

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La comunicazione ruota intorno ai sociale e alle chat. Per gli adolescenti scrivere su WhatsApp significa parlare con una persona, aver messo un post o una foto su Facebook, significa implicitamente aver comunicato quello che stanno facendo e che i suoi amici sono avvisati. Se si vuole riferire in che luogo si è, si posta su Facebook la posizione e quindi non c’è bisogno di comunicarlo ai genitori o agli amici. Una volta che usano i social network o le chat diventa scontato che gli altri siano stati messi a conoscenza.

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L’uso che si fa della comunicazione con i nuovi media e il linguaggio sintetico utilizzato rischiano di inserirsi tra le funzioni cognitive ed emotive degli adolescenti che sono ancora in via di sviluppo, predisponendoli ad una strutturazione di una forma di pensiero che può risultare eccessivamente sintetica e ad una comunicazione povera e basata sulle emoticons e immagini.I ricercatori hanno scoperto che le persone che li usavano per più di due ore al giorno erano due volte più propensi a sentirsi socialmente isolati rispetto a chi li utilizzava per meno di mezz’ora al giorno. Ma un’altra possibile spiegazione è che il senso di esclusione aumenti perché sui social gli utenti vedono amici divertirsi ad eventi a cui non hanno partecipato.