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Quando i bulli sono mamma e papà: i comportamenti dei genitori che usano il proprio potere sui figli

 

I bulli sono persone deboli che usano il loro potere sugli altri per sentirsi forti, ma non si incontrano solo a scuola: spesso i bulli tra i banchi sono loro stessi “bullizzati” nelle loro case. Fratelli maggiori? Possibile ma, non ci crederete mai, anche i genitori possono essere bulli rispetto ai figli. Nessuno mette in dubbio l’amore per i figli, ma certe volte gli adulti si trovano in condizioni di debolezza – per ragioni finanziarie, professionali o interpersonali – che li portano a utilizzare la loro autorità in modo eccessivo e, dunque, distorto. Ecco perché.

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Possibile pensare a mamma e papà come bulli dei propri figli, eppure lo facciamo spesso. Quando?  L’elenco dei modi di fare sospetti opera su due livelli: quello fisico e quello emozionale. Se del primo gruppo fanno chiaramente parte azioni come picchiare, isolare, negare il cibo, costringere con la forza e usare punizioni corporali, il secondo tipo, invece, abbraccia l’area psicologica e sociale. Sono un esempio tutti quegli atteggiamenti aggressivi e passivo-aggressivi che tendono a generare sottomissione e paura: minacciare, insultare, urlare, umiliare specialmente in pubblico, fare commenti sarcastici o negativi sulle capacità, le qualità e gli interessi dei figli, ma anche criticare, ignorare e trascurare.

Defiance

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Molte spesso, però, i genitori bullizzano i figli senza accorgersene, perché nell’elenco del bullismo domestico figurano anche comportamenti considerati parte delle normali dinamiche relazionali, come per esempio: “Quante volte ti devo dire…”, “Hai finito di…” o “Ne ho abbastanza di…” che mettono il bambini in una condizione di subordinazione.