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Psoriasi in gravidanza, le risposte a tutti i dubbi

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Qualche giorno fa Il Corriere della Sera ha affrontato, con particolare puntualità e precisione, uno dei temi che possono maggiormente assillare la tranquillità delle donne in gravidanza: le caratteristiche della psoriasi, inestetica malattia della pelle, durante la gravidanza.

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Ebbene, ricordavano gli esperti sul quotidiano,

il ruolo esatto della gravidanza e delle sue fluttuazioni ormonali nelle pazienti affette da psoriasi non è stato ancora chiarito. Studi clinici hanno dimostrato che in più della metà dei casi le pazienti con psoriasi sperimentano un miglioramento del quadro clinico della malattia e quindi una diminuzione del numero e della dimensione delle chiazze durante la gestazione. Questo effetto però non si ha in tutti i casi: in una percentuale seppur minore di donne (tra il 10 e il 20 per cento) la maternità induce un peggioramento dell’estensione della malattia e in altre invece non comporta nessun cambiamento.

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L’incertezza si estende anche alle cause delle modificazioni del quadro clinico, che sembrano tuttavia essere legate al fatto che durante il periodo della gravidanza si avverte un incremento dell’ormone cortisolo, che agisce da antinfiammatorio, e che quindi gioca un ruolo nel migliore la patologia infiammatoria come la psoriasi. Insomma, a ben vedere è possibile che la gravidanza possa essere una “terapia” per la malattia.

Tuttavia, la situazione potrebbe essere ben più complessa delle apparenze, visto e considerato che alcune donne – oltre al prurito tipico della psoriasi – potrebbero avvertire il prurito tipico della dolce attesa.

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“Altra faccenda è invece quella che riguarda le terapie” – proseguiva l’esperto, ricordando che non tutte le cure generalmente prescritte per la psoriasi possono essere utilizzate quando si aspetta un bambino.

Insomma, come prima linea di trattamento si possono utilizzare senza particolari rischi creme emollienti, creme cortisoniche di media potenza e creme a base di calcipotriolo. Nei casi più gravi si può procedere con la terapia con ultravioletti B a banda stretta (fototerapia). Più difficile è invece procedere senza preoccupazioni all’assunzione di farmaci per via sistemica – eventualmente da valutarsi, caso per caso, insieme al medico.

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Per le donne con forme gravi di psoriasi, poi, la ciclosporina utilizzata per brevi periodi può essere indicata nei casi in cui le future mamme non rispondono alla terapia locale e alla fototerapia. Anche i farmaci biologici di nuova generazione sono sconsigliati in gravidanza, non tanto per un loro comprovato effetto sul feto ma per il fatto che non esistono sufficienti studi su donne in gravidanza.

Infine, una considerazione che affligge molte donne. Molte madri si domandano infatti se il bambino erediterà la psoriasi, considerato che la malattia è determinata da predisposizione genetica e da fattori ambientali scatenanti. In ogni caso, se un genitore è affetto da tale malattia, il rischio che il bambino sviluppi a sua volta la patologia è di circa un quarto, che sale al 60% nel caso in cui ne soffrano padre e madre.

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