Il test di screening per la sindrome di Down, può aiutare a identificare il rischio che il proprio bambino sia affetto dalla patologia. In passato, gli esami del sangue specifici in materia, venivano effettuati intorno alla 16a settimana di gravidanza.
Attualmente, si è soliti eseguire il test tra l’11esima e la 13esima settimana di gravidanza.
Tale test comprende esami a:
- Ultrasuoni. In questo caso il medico utilizza gli ultrasuoni per misurare una regione specifica sulla parte posteriore del collo di un bambino. Questo è noto come test di screening di translucenza nucale. Quando sono presenti anomalie, più fluido del solito tende a raccogliersi in questo tessuto.
- Del sangue. I risultati degli ultrasuoni sono abbinati a esami del sangue che misurano i livelli di proteine plasmatiche A (PAPP-A) e un ormone conosciuto come gonadotropina corionica umana (HCG). I livelli anormali di PAPP-A e HCG possono indicare un problema del bambino.
Ora, mentre questo genere di test viene eseguito sotto stretto controllo medico e mediante l’ausilio di esperti che ne spiegano la portata, solleva molte polemiche il diffondersi di un test per la diagnosi precoce della sindrome di Down in diversi paesi europei, il Prenatest, atto a permettere una rapida diagnosi a casa.
Il Prenatest ha scatenato davvero molte polemiche a causa del fatto che si teme esso possa portare a più aborti.
Il prodotto, commercializzato dalla società tedesca delle scienze della vita, la LifeCodex, è già disponibile in Germania e in molti altri mercati europei. Secondo la dichiarazione della società: il prodotto “è rivolto esclusivamente alle donne nella loro 12° settimana di gravidanza che sono ad aumentato rischio” di partorire bambini con la sindrome di Down.
Il test è stato progettato per esaminare i campioni di sangue delle donne in gravidanza al fine di rilevare la presenza della trisomia 21, ma ciò non ha attirato soltanto l’attenzione delle mamme più apprensive, ma anche quella dei gruppi di destra che si occupano di aborti. Di fatti, essi, all’inizio di giugno hanno portato il test presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, tramite la federazione internazionale delle organizzazioni di Sindrome di Down per chiederne la soppressione.