“Dopo la morte di papà, nei mesi successivi, quando il rumore intorno a noi si era spento e l’attenzione scemata, quando la gente pensava che ormai il brutto fosse passato, è successo che io mi sono persa. Ma per davvero”. Drammatico il racconto di Sara, la figlia che Pino Daniele ebbe, come i suoi fratelli Sofia e Francesco, da Fabiola Sciabbarrasi. Dopo il clamore per la sua morte, trascorse poche settimane, i riflettori su Pino Daniele si sono spenti. E di conseguenza anche le attenzioni intorno ai suoi cari sono scemate. Qualche mese dopo la sua morte – avvenuta esattamente tre anni fa, il 4 gennaio 2015 -, la sua famiglia si è ritrovata sola, con un lutto da elaborare. E non è stato facile. Lo ha raccontato per la prima volta la figlia Sara, 21 anni, in una intervista a Oggi: dopo la perdita del padre, si è sentita disorientata e ha cominciato a bere. La ragazza non riusciva a trovare una ragione per andare avanti: “Passavo la mia giornata in tuta e alle 11 del mattino avevo già il bicchiere di vino in mano. Odiavo tutto e tutti. Per prima me stessa”. Sara si sentiva “smarrita. Fragile. Irriconoscibile. Piena di rancore che riversavo su me stessa”. (Continua dopo la foto)
Poi, finalmente, qualcosa in lei è scattato. “Un giorno ho capito che dovevo cambiare qualcosa, io e basta, e ho telefonato all’università inglese che mi aveva accettato l’anno precedente e ho chiesto di rientrare la sessione successiva. So benissimo di essere scappata. La mia famiglia ha elaborato il lutto, io l’ho solo accantonato”. Ogni giorno il papà le manca ancora terribilmente, e Sara sa che sarà sempre così. Ma cerca di andare avanti, anche per lui: “Per me è come se mio padre fosse in tour. Ho fatto tante cose in questi tre anni, tante scelte, tante sfide, è normale che io mi chieda cosa mio padre ne avrebbe pensato. Sarebbe fiero di me oggi? Ho la fortuna di sentire ancora la sua voce, ma non è l’artista che mi manca, ma il padre”. (Continua dopo le foto)
Intanto, emergono dettagli sul suo decesso. “Pino Daniele non è morto a causa del destino ma di gravi negligenze”. A parlare così con l’Adnkronos è Luisa Regimenti, presidente nazionale dell’Associazione Medicina Legale Contemporanea e consulente della ex moglie del cantautore napoletano Fabiola Sciabbarrasi, confermando la notizia del settimanale ‘Giallo’. “Io sono al servizio della verità – rimarca – ma ho la sensazione che nessuno abbia voluto e voglia andare a fondo sulla morte di Pino Daniele. Su un omicidio colposo, però, non si può dire la parola fine senza averlo evidenziato e senza essere consapevoli che ci sono state gravi negligenze che hanno causato la morte di Pino”. E continua: “Se tali negligenze – osserva – sono state compiute nella più completa buona fede o in una situazione di emergenza che non ha dato modo di riflettere, questo non sta a me valutarlo. Certo è che, come affermano i periti del pubblico ministero, per salvare Pino Daniele bastava andare al più vicino ospedale di Grosseto la cui ambulanza si trovava fuori dalla porta della Villa di Daniele pochi minuti dopo la partenza della signora Amanda Bonini che, con Pino Daniele in stato di incoscienza e quindi caricato a bordo di peso, ha guidato, invece, verso Roma per raggiungere il reparto del dottor Gaspardone nell’ospedale Sant’Eugenio dove Gaspardone, però, non c’era, trovandosi in quei giorni in vacanza in montagna”.