Domande e risposte Famiglia

Paghetta per i figli sì o no? Quello che mamma e papà devono sapere

 

Figurine, giocattoli, fumetti, ricarica di cellulare, cinema, pizza, benzina per il motorino… Il denaro speso per i figli non si conta, ma arriva poi il fatidico momento in cui ci chiedono soldi, il momento della paghetta.La ricevono meno della metà dei ragazzi italiani, si tratta invece, lo dicono gli psicologi, di una ottima abitudine per i ragazzi, che insegna ad avere un rapporto col denaro, a conoscere il valore di ciò che si acquista, a operare delle scelte su come spenderlo. Perché il denaro si sa, non è infinito e ottenerlo implica un “lavoro”. Quanto dare loro, a che età cominicare, con quale frequenza?

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 paghetta

Mai iniziare troppo presto
Non prima dei 10 anni: prima di allora, dare dei soldi in mano a un bambino è controproducente e perfino inutile. Un bambino troppo piccolo potrebbe perdere il denaro, oppure regalarlo senza capirne il valore o semplicemente lasciarselo portare via da qualche amichetto, spesso anch’egli inconsapevole. Inoltre, non sapendo destreggiarsi ancora bene nei calcoli, non riuscirebbe a capire il valore del denaro, a fare somme e sottrazioni per avere il resto e qualche negoziante privo di scrupoli e di etica potrebbe approfittarsene, o semplicemente sbagliarsi perché poco attento. Oltretutto, il sistema di numerazione con l’euro e i centesimi non è semplicissimo, nemmeno per i più grandicelli. Dovremo essere pazienti e non arrabbiarci se, per le prime volte, nostro figlio smarrirà il denaro: ovviamente, se succederà più di una volta, vorrà dire che dovremo aspettare ancora qualche mese prima di iniziare il rito della paghetta.

La cifra giusta per ogni età
La media del denaro a disposizione dei bambini italiani è di 10 euro a settimana dagli 11 ai 13 anni e circa 20 euro dai 14 ai 17 anni. Il consiglio è quello di valutare le esigenze effettive di vostro figlio, chiedersi se la paghetta concessa è sufficiente a soddisfare le sue reali necessità o se è eccessivo rispetto alle spese previste per la sua età e per le sue abitudini. Infine, regolatevi secondo le vostre possibilità, in tutta libertà.

I suoi amici ricevono di più: aumento la paghetta?
Non è necessario “allineare” i ragazzi a quello che fanno gli altri. Ci sarà sempre qualcuno con maggiori disponibilità: la paghetta non deve servire a entrare in competizione, ma a coprire reali esigenze.

Spende male il denaro: tolgo la paghetta?
La risposta è no. La paghetta è per lui uno strumento particolare, nuovo e ha bisogno di un periodo di prova per essere usata nel modo adeguato. Se l’ha gestita male è molto più utile farlo riflettere sulla possibilità di un uso alternativo e più “ragionato” dei soldi. Togliendogli la paghetta non li aiutiamo a  imparare il corretto rapporto e la gestione del denaro. Diamogli la possibilità di fare esperienza in prima persona, con le soddisfazioni e le disavventure che ne conseguono.

Finisce la paghetta prima del tempo: do un anticipo?
Non concedete più di quanto avete concordato, né date anticipi sul mese successivo. Deve imparare a programmare le spese, scegliendo tra le varie alternative. Proprio perché la paghetta serve, tra l’altro, a insegnare la gestione del denaro, se modifichiamo il suo importo ne annulliamo il significato educativo.

Non studia: sospendo la paghetta?  È bravissimo: la raddoppio?
Quel denaro che abbiamo destinato alle sue esigenze non deve servire a continui ricatti o contrattazioni. Se ha bisogno di essere punito o di ricevere un elogio, non facciamolo tramite la paghetta.

La paghetta, però, più che disporre di una somma di euro per acquistare qualcosa, deve avere un valore simbolico: deve essere il giusto riconoscimento per aver svolto bene il proprio lavoro. Dobbiamo fare molta attenzione e gestire la paghetta con intelligenza: nostro figlio, infatti, non dovrà mai pensare che l’obiettivo della paghetta è quello di dare dei buoni risultati a scuola. A scuola ci si deve impegnare per dare il meglio di sé, per imparare il piacere dello studio e fare maturare le ambizioni. Un po’ come succede per mamma e papà sul lavoro: oltre alle soddisfazioni personali, al piacere di essere creativi e alla crescita professionale, a fine mese hanno lo stipendio che può dipendere anche da quanto si sono impegnati. Lo stesso può valere, in scala ridotta, per i nostri bambini. Secondo uno studio della Banca olandese ING l’abitudine alla paghetta, i ragazzi abituati fin da piccoli a gestire un loro budget sviluppano solide capacità di pianificazione finanziaria e sono meno esposti al rischio di contrarre debiti una volta raggiunta l’età adulta.