Ora che la scuola è finita possiamo dirlo: abbasso le chat di classe! Ci hanno inseguito nei pomeriggi durante l’anno scolastico, bastava distrarsi un attimo per trovare 65 notifiche di messaggi non letti, chiacchiere, emoticon che allungano la lista, che potrebbero essere mandati sicuramente in chat private e invece tutto lì, in quella finta comunità dove spesso invece i toni diventano altri con una ripercussione molto negativa sui bambini (continua dopo la foto)
Si fa finta di essere amici, ci si conosce, siamo tutti disposti a fornire i compiti per quel bambino che ha scritto male sul diario o che non ha capito cosa abbia detto la prof, poi però, ci si prende una certa confidenza, via social, che nella realtà non c’è. E quando si passa il limite – basta una frase, appunto – i rapporti si incrinano, diventano “la stronza, la madre di Rebecca” e questo si riversa inesorabilmente anche sui bambini. Perché ascoltano, perché si fanno le loro idee (Continua dopo la foto)
Per non parlare del fatto che i genitori non dovrebbero fare da rete di protezione rispetto alle dimenticanze dei figli: se non hanno scritto i compiti, saranno più attenti il giorno dopo, se la prof h preso una decisione viene messa pubblicamente alla gogna nella piazza virtuale della chat e ci si convince tutti che abbia sbagliato. Con effetti negativi plurimi.