Shivani ha solo 15 mesi. Sua madre, Sarta Kalara, vive nella città di Ahmedabad, in India. Ogni giorno la porta con sé al lavoro e la lascia fuori dal cantiere edile dove per 8 ore sposta rocce e scava buche per i cavi dell’energia elettrica. Ed è proprio una roccia a fare da ‘baby sitter’ alla sua bambina.
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Come si vede nelle foto scioccanti scattate dal fotografo Amit Dave per Reuters, Shivani è legata ad una grossa pietra con quello che sembra nastro isolante. Passa lì la sua giornata, tra la polvere e il caldo, che nella città indiana raggiunge anche i 40°.
“Non ho altra scelta, lo faccio per la sua sicurezza” dice la madre all’agenzia internazionale. “Non ho nessuno a cui affidarla. Così la lego in modo che non arrivi sulla strada”, aggiunge la donna, che ogni giorno guadagna 250 rupie, l’equivalente di poco più di 3 euro.
Ma il caso di Shivani non è certo l’unico in India, Paese dove la costruzione di infrastrutture nella grandi città è in piena espansione, e dove si contano circa 40 milioni di lavoratori edili, dei quali uno su cinque è una donna. Non è quindi raro vedere bambini che rotolano nella sabbia e nel fango, mentre non lontano i loro genitori trasportano mattoni o costruiscono nuove strade o case di lusso.
“Il governo o le imprese di costruzione dovrebbe fare qualcosa per casi come quello di Shivani” ha detto Prabhat Jha, responsabile della protezione dei bambini per Save the Children India. “Ci dovrebbe essere un luogo sicuro per questi bambini. In questa situazione è un miracolo che non ne escano feriti”, ha aggiunto.
Sarta ha detto che i suoi principali hanno sempre chiuso un occhio sulla situazione: “Semplicemente non si preoccupano di noi e dei nostri figli, sono solo interessati al lavoro”.