Donna

Nascere in casa si può: in Italia lo scelgono mille donne all’anno

 

Strana a volte la scienza medica, per decenni ha quasi “ terrorizzato “ le donne sulla necessità quasi assoluta di partorire in ospedale o in una casa di cura, ambienti ovvero attrezzati sanitariamente per fronteggiare ogni eventuale evenienza ed oggi, parte della Comunità scientifica esordisce asserendo, col solito piglio, che a partorire in casa si corre lo stesso rischio che si correrebbe qualora lo si facesse in ospedale. Nascere in casa si può, partorire come una volta, nel letto di casa invece che in uno d’ospedale anche. In Italia ormai è una scelta molto rara, ma c’è ancora qualcuno che vuole farla. “Oggi sono circa un migliaio ogni anno i bambini che nascono in casa in Italia. Un fenomeno che interessa solo alcune regioni e pochi genitori, molto determinati a contrastare la medicalizzazione talvolta eccessiva del percorso nascita”. Ma quanto è sicuro un parto casalingo?

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Dagli inizi degli anni ’60 il parto a domicilio è diventato sempre più una rarità su tutto il territorio nazionale”. In compenso la percentuale dei cesarei è del 35% (dal 21% della Toscana si va al 60% della Campania), contro il 15% indicato dall’Oms. Eppure vari fattori indicano che l’interesse per il parto all’antica c’è, ad esempio per “il bisogno espresso dalle donne di avere una assistenza più intima e personalizzata”. E c’è  un’Associazione nazionale ostetriche parto a domicilio e casa maternità che segue le donne dall’inizio della gravidanza fino al parto.

“Oltre la metà dei neonati – prosegue l’ostetrica – ha potuto usufruire del contatto prolungato della placenta (lotus birth), un modo dolce per entrare nella vita: il cordone ombelicale non viene reciso e il neonato resta collegato alla sua placenta, ricevendo tutto il sangue placentare sino a quando il cordone si separa in modo naturale dall’ombelico del neonato”.

“A domicilio garantiamo l’assistenza al travaglio e al parto fisiologico in accordo con le linee guida, nazionali e internazionali – conclude Campiotti – La condizione ideale è l’assistenza di tutta la gravidanza da parte dell’ostetrica che assisterà il parto, affinché possa accompagnare la gestante e la coppia durante l’intero periodo, sostenere il percorso di salute di tutto il processo attraverso una assistenza non invasiva e appropriata, e possa anche identificare prontamente eventuali controindicazioni all’assistenza domiciliare”.