Ma quel che è peggio, è che ci sono ragazze che vorrebbero somigliare loro, essere come loro. Ma essere cosa?
Va bene essere snelle, curare il proprio corpo e badare alla linea, ma arrivare addirittura a mangiare dei fazzoletti per non ingrassare va oltre il limite di tollerabilità. Si, avete capito bene, molte modelle per mantenersi “pelle e ossa” divorano pacchi di fazzoletti, piuttosto che ingerire del cibo. Questa la rivelazione shock fatta da Kirstie Clements, licenziata dopo aver trascorso 25 anni come editor – in – chief di Vogue in Australia. E lei non ha certo voluto abbandonare la scena silenziosamente, quindi, ha deciso di pubblicare un audace libro che svela tutta la verità sulla vita delle modelle, in cui lei condivide alcuni dei segreti più profondi del mondo della moda. Il libro, intitolato The VogueFactor, fa luce sugli angoli bui di un settore che spesso sembra essere sia glamour che impeccabile.
Ma una delle rivelazioni più inquietanti che offre Clements nel libro è che lei ha visto con i suoi occhi le modelle che consumavano fazzoletti di carta al fine di contenere i dolori della fame.
Anche se questo non mi sorprende neanche un po’ (soprattutto perché anche le non-modelle sono disposte a rischiare di contrarre il cancro ai polmoni pur di rimanere magre), sentire una testimonial d’eccellenza, quale l’ex redattore offre, è davvero toccante.
“Una delle affermazioni più sconvolgenti che vengono fuori dal libro è relativa al fatto che le modelle ancora oggi, spesso sono disposte a morire di fame pur di essere super sottili e ricorrono spesso al consumo di tessuti per aiutarle ad avvertire un minimo senso di sazietà”. Dettagli che la Clements conferma anche di aver ricevuto durante un appuntamento a pranzo, da parte di un modello russo non identificato che ha sostenuto che la sua compagna di stanza è finita in ospedale sotto flebo a causa della pratica in uso nell’ambiente.
Ed ancora, la donna racconta di quando fu inviata a Marrakech, durante il suo mandato come redattore, dove lei stessa riporta di non aver visto mangiare un solo pasto per tre giorni a delle top model. Ancora peggio, Clements ha raccontato che l’ultimo giorno di lavoro, molte modelle non riuscivano nemmeno a tenere gli occhi aperti.
E anche se sono contenta che la Clements abbia deciso di denunciare quanto accade nel mondo della moda, di segnalare i problemi di salute fisica e mentale dei propri dipendenti, mi vien da chiedere dove fosse la sua indignazione mentre stava lavorando all’interno del settore stesso? Come editore di Vogue , perché ha permesso che queste pratiche divenissero di “moda”, indirettamente, supportando questo culto della magrezza estrema rimanendo in silenzio? Cosa ne pensate? Siete contenti che la Clements abbia rivelato questi abusi o siete irritati dall’ex redattrice di Vogue che ci ha pensato solo adesso dopo essere stata buttata fuori?