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“Mi ha violentata, ero piena di sangue”. Loredana Berté choc: solo a distanza di tanto tempo, la cantante trova il coraggio di confessare cosa le hanno fatto

 

“Sono stata violentata a 16, 17 anni. Facevamo le serata a Milano, in giro. È successo Torino, stavamo in quel locale già da un mese. Ero l’unica vergine. C’era un ragazzo molto carino che mi mandava dei fasci di rose immense nel camerino. Le mie amiche dicevano “Vai, questo è quello buono”. Penso che mi porti a casa sua, mi porta fuori Torino, mi porta dentro questo bilocale squallido. Come chiude la porta a chiave, mi ha preso un colpo. Ho detto “Voglio andar via”, mi ha preso a calci, pugni, mi ha violentata, ma sono riuscita ad uscire e buttarmi in mezzo alla strada, piena di sangue. Mi ha portato al pronto soccorso un tassista che mi ha raccolta. Questa è stata la mia prima volta. Per tre o quattro anni non ho voluto vedere un uomo in vita mia, nessuno. Non ho potuto dirlo nemmeno a mia madre… non gliene fregava niente di noi, a lei interessavano solo i soldi e basta. Sono andata al funerale per vederla seppellire”. Racconto choc in diretta tv. Loredana Bertè ospite di Barbara d’Urso a Domenica Live spiazza tutti con questa rivelazione drammatica sul suo passato. Loredana parla anche dei suoi uomini, da Panatta a Lavezzi, al quale ha spaccato sulla schiena un paio di chitarre a causa dei tradimenti subiti. Poi Roberto Berger (“Uno stronzo, un ragazzo ricchissimo che si fingeva povero”, dice) e Bjorn Borg (con il quale si era sposata a settembre 1989). Chi ha mai amato veramente? “Non lo so, la passione forse più con Borg perché mi dominava. Sei anni a Stoccolma… sono stata”. (Continua dopo la foto)

loredanacopMa la Bertè ha parlato soprattutto della sorella. Dopo una clip con alcuni dei suoi più grandi successi, ha ricordato il suo arrivo a Roma, Loredana, Renato Zero e Mia Martini: gli escamotage per tirare avanti e nessuna certezza di sfondare. Ai provini andavano facendo l’autostop: “Mimì con la bombetta e un libro sugli spiriti, Renato con le margheritine, io con gli shorts. Dieci anni di autostop! La nostra casa era sopra una pompa di benzina. Io facevo l’autostop, loro si nascondevano e poi uscivano fuori loro. Anche le porte in faccia che abbiamo ricevuto, i discografici dicevano “Non ci siamo, siamo fuori città” per quei tre. Ancora oggi incontro gente che non mi guarda negli occhi perché sa. Ho scritto tutto nel mio libro, Traslocando. Anche perché, dopo morta, non vorrei che dicessero stronzate contro di me!”. (Continua dopo le foto)

loredanadentr loredanadentro1Infine, il senso di colpa verso Mimì: “Mi sento anche un po’ in colpa perché penso che se avessi fatto qualche viaggio in meno e le fossi stato più accanto, le avessi parlato di più, invece di prendere il primo volo e andare lontano, forse sarebbe ancora viva. Mi sono penalizzata e colpevolizzata da sola perché non ho fatto un viaggio in meno per starle vicino. Lei insistette per darmi un telefonino e io non lo volli. Se l’avessi preso, quella sera sarebbe stata ancora viva. Il tempo non cancella niente, sembra sia successo ieri, me la sento addosso questa cosa pesante, questa valigia pesante, non mi perdonerò mai per questo”, conclude.