Notizie

“Mi buttava la pillola. Mi metteva incinta e poi mi costringeva ad abortire”. La sconvolgente testimonianza della ex moglie

 

Prima il coltello alla gola, poi alle mani. “Ti taglio le dita”, la minaccia. E pretende di avere rapporti sessuali.  “Mi ha buttato la pillola e mi ha messo incinta. E poi mi ha costretto ad abortire”. Quando l’orco è in casa, vive con te ed è tuo marito: sono solo alcuni degli episodi, consumati secondo la ricostruzione dell’accusa, tra Sicilia e Polesine, che hanno portato a giudizio un uomo siciliano, M. G.

(Continua dopo la foto)

Crying woman with abusive partner behind her

Crying woman with abusive partner behind her

Si sarebbe macchiato dei reati di violenza sessuale, maltrattamenti e violenza privata a carico della moglie. Il processo, che comunque ha perso molte delle contestazioni, ormai prescritte, ha vissuto una udienza importante nella giornata di  giovedì 7 luglio, di fronte ai giudici del Collegio di Rovigo. Lei, la povera malcapitata, ha deposto con coraggio, davanti ai giudici.

La coppia è separata dal 2009 ma, secondo la ricostruzione dell’accusa, gli ultimi tre anni di matrimonio sarebbero stati molto, molto difficili. Tornava spesso a casa ubriaco, mi minacciava, mi picchiava e pretendeva di avere dei rapporti sessuali”, è stata la confessione fatta dalla donna ai giudici del Tribunale di Rovigo. La vicenda della donna era stata seguita dai servizi sociali, ma anche dai carabinieri della stazione di Taglio di Po, che hanno seguito con scrupolo tutta la vicenda.

Se la testimonianza ha confermato alcune delle ipotesi dell’accusa, la vittima degli episodi contestato, comunque, ha spiegato di non ricordare alcuni fatti che pure emergerebbero dagli atti del processo. Buona parte dell’udienza è stata dedicata ai presunti episodi di violenza sessuale. Mi picchiava, mi strappava i vestiti e mi stuprava”, ha detto. Per circa due mesi le avrebbe buttato via le pillole anticoncezionali, proseguendo negli stupri, mettendola incinta e costringendola ad abortire. In altre occasioni la donna sarebbe stata chiusa a casa, segregata in casa e senza i documenti, per non farla allontanare.