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“Mamma, papà e Lorenzo come stanno?”. Tragedia della Solfatara, Alessio è l’unico superstite della famiglia. Lui, ad appena 7 anni, è convinto che i genitori e il fratello maggiore ce l’abbiano fatta

 

“La mia famiglia è in ospedale, vero? Li stanno curando, quando li potrò vedere?”. Alessio chiede a tutti informazioni dei suoi cari. Massimiliano Carrer, 45 anni e Tiziana Zaramella, 42, di Meolo (Venezia) avevano deciso di concedersi quattro giorni di vacanza a Pozzuoli prima dell’inizio del nuovo anno scolastico con il piccolo di 7 anni e il fratello maggiore, Lorenzo, di 11 anni. Invece quello è stato il loro ultimo viaggio. Sembra che la tragedia sia nata perché Lorenzo, 11 anni, si è allontanato improvvisamente, scavalcando un’area transennata e finendo in una voragine. E i genitori, nel tentativo di salvarlo, lo hanno seguito e sono stati risucchiati nel fango, morti per le esalazioni di gas. Il papà, Massimiliano Carrer, era ingegnere, mentre la moglie Tiziana era addetta alla sicurezza all’aeroporto di Venezia e aveva la passione per il canto. L’unico sopravvissuto della famiglia alla tragedia, è il piccolo Alessio, 7 anni, una grande passione per il rugby, rimasto in disparte quando i genitori si sono gettati di corsa e senza pensarci oltre la recinzione per tentare di salvare Lorenzo. (Continua dopo la foto)

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Solo così Alessio nei è uscito vivo, l’unico sopravvissuto della famiglia. Lorenzo avrebbe dovuto iniziare la seconda media quest’anno alla scuola San Domenico Savio di Fossalta e giocava a volley nella squadra del suo paese. La nonna del cuore, Gilberta, è in viaggio con gli zii materni ed i nonni paterni per raggiungere il nipotino. Saranno loro a informalo di come sono andate le cose. Alessio si è voluto convincere che quei testimoni che ha disperatamente invocato in aiuto, indicando in lacrime la caldera fumante, abbiano potuto fare qualcosa per la sua famiglia: è convinto si siano salvati. (Continua dopo le foto)

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Le sue domande continue, improvvise dopo lunghi silenzi, sono una verifica, un esorcismo di quello che la paura gli suggerisce. Il suo tutore pro-tempore, il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolìa, fama da duro, è sinceramente scosso e al Messaggero conferma: “Il piccolo non ha consapevolezza, ancora. Quello che ho visto, da poco dopo mezzogiorno fino a queste ore, ha cambiato la mia vita. Vedo quel bambino che ancora spera, quel buco e nulla sarà come prima. Sarà fatto il massimo per lui ed i suoi familiari”.