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L’orologio biologico? Non conta solo per le donne. Attenzione, la ricerca sfata il mito: anche per la paternità conta l’età

 

L’orologio biologico? La novità è importante: non vale solo per la donna ma anche per gli uomini. Perché? Nemmeno loro possono procreare senza problemia fino a 90 anni. A dimostrarlo un nuovo studio presentato alle XI Giornate di andrologia e medicina della riproduzione: “All’aumentare dell’età complessiva della coppia, quindi non solo della donna, si riduce in modo statisticamente significativo la probabilità di ottenere una gravidanza” attraverso le tecniche di fecondazione assistita, dice all’AdnKronos Salute Rocco Rago, presidente del congresso e direttore dell’Unità operativa di Fisiopatologia della riproduzione e Andrologia dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma. (Continua dopo la foto)

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La ricerca dimostra che “il gamete maschile non agisce in modo determinante nell’outcome riproduttivo rispetto a quello femminile – prosegue lo specialista – Tuttavia, all’avanzare dell’età maschile aumenta fortemente la probabilità di ottenere nessuno o solo un embrione di tipo A. Lo spermatozoo dunque non è solo un mero ‘portatore’ di Dna e, anche se la sua salute non rappresenta la discriminante principale nella riuscita delle tecniche di Pma, possiamo affermare che all’aumentare dell’età complessiva della coppia di riducono le chance di successo”. (Continua dopo le foto)

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L’analisi è stata effettuata all’interno della casistica dell’ospedale romano, che dal 2015 ha trattato 1.632 pazienti “con un tasso di gravidanze più alto della media italiana, soprattutto nella fascia di età 35-42 anni (il 37% fra 35 e 39 anni e il 29,5% fra 40 e 42 anni)”, afferma il responsabile. Sono state arruolate in tutto 600 coppie ed è emerso che “una donna giovane aumenta le probabilità di ottenere una gravidanza nella coppia – afferma l’andrologo – ma viceversa è anche vero che le chance di non ottenere nessun embrione o di ottenerne solo uno”, quindi un risultato deludente per chi si sottopone a un ciclo di Pma, “aumenta quando l’uomo ha oltre 45 anni”.