Storie di vita

Licenziata in tronco! Marica è separata, ha 39 anni e due figli, di cui uno disabile. Da 17 anni lavora a Ikea, finché le cambiano i turni e poco tempo dopo la mandano a casa

 

Licenziata in tronco perché non riesce a rispettare gli orari di lavoro. Una lavoratrice, madre separata con due figli di cui uno disabile, non riesce a lavorare alle 7 del mattino e Ikea la manda a casa. O almeno questo è quello che l’azienda ha scritto nella lettera con cui Marica Ricutti ha ricevuto il provvedimento. La donna, 39 anni, separata, lavorava da 17 anni nello stabilimento dell’azienda svedere a Corsico: la scorsa settimana è stata sollevata dai suoi incarichi.
Come riporta il Corriere della Sera, Marica Ricutti ha sempre lavorato al bistrot a piano terra con turni dalle nove del mattino fino a chiusura, poi l’azienda ha deciso di spostarla al ristorante del primo piano dove ha chiesto che fossero rispettate le sue esigenze. «All’inizio mi hanno detto di sì e che non ci sarebbero stati problemi. Poi le cose sono cambiate», svela in un’intervista a La Repubblica. (Continua dopo la foto)

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Gli orari a cui la donna era abituata si sono presto trasformati in turni, anche a partire dalle 7 del mattino. Una nuova organizzazione di vita lavorativa e privata che per Ricutti era complicato rispettare: proprio lei che usufruiva già della legge 104 che tutela l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Dopo la richiesta di maggiore flessibilità, racconta ora, «ho deciso di fare gli orari che facevo nel vecchio posto». (Continua dopo le foto)

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Ma Ikea non ha gradito e le ha spedito una lettera di licenziamento sottolineando come sia «venuto meno il rapporto di fiducia in due occasioni in cui la dipendente si sarebbe presentata al lavoro in orari diversi da quelli previsti, una volta due ore in anticipo, l’altra due ore in ritardo». Protesta il sindacato: «In questi anni Ikea ha cambiato pelle e questo episodio è un chiaro messaggio rivolto ai lavoratori. Vogliono far capire a tutti che decidono loro e, a prescindere dai problemi che può avere ognuno», fa sapere Marco Beretta per Filcams Cgil di Milano. Per solidarietà i colleghi hanno scioperato per due ore e hanno deciso per il 5 dicembre un presidio davanti al luogo di lavoro.