Molto prima che acquisiscano la capacità di leggere, il fatto che ai bambini vengano lette delle storie può fare meraviglie. Li aiuta ad acquisire familiarità con il discorso, con i suoni che corrispondono alle parole e con il loro significato. Imparano a comprendere il significato di intere frasi, notano le intonazioni che il lettore attribuisce a parole particolari e apprendono il significato di queste intonazioni.
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L’ascolto di storie, in pratica, arricchisce il loro mondo di parole e accelera la maturazione intellettuale, senza sottovalutare l’aspetto emotivo: l’arricchimento umano che deriva dalla relazione stretta che si stabilisce tra il bambino e il lettore. Lo ha ribadito Antonio Damasio, neuroscienziato della University of Southern California, consegnando il Premio Nonino ai volontari di Nati per Leggere.
“Diverse ricerche scientifiche – aggiunge Tamburlini – hanno dimostrato che leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini, fin da quando sono piccolissimi, influenza lo sviluppo complessivo: cognitivo e linguistico, ma anche emotivo, affettivo e relazionale”. Ha per esempio un effetto positivo sulla relazione genitori-figli, perché rappresenta un’occasione in cui mamma o papà staccano la spina per dedicarsi a loro. “È un gesto d’amore, un’esperienza positiva e piacevole che rafforza il legame e l’attaccamento sicuro. Inoltre, attraverso le storie i bambini imparano a riconoscere con più facilità le proprie emozioni e quelle altrui”.
Un ambiente stimolante, in cui il libro è parte delle normali attività del bambino, “favorisce lo sviluppo del linguaggio e facilita l’apprendimento nel bambino piccolo e, in prospettiva, migliora le capacità di lettura ed espressive nel bambino più grande: pone cioè le basi per il futuro conseguimento di buoni risultati scolastici” spiega Tamburlini. Inoltre, leggere abitualmente ad alta voce può instillare il piacere della lettura: “motivando i bambini e le bambine a farlo autonomamente, fino a farne una sana e piacevole abitudine”.