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Le mille tragedie della vita di Emmanuel: gli avevano già ucciso la famiglia e due figli

 

Era scappato dall’orrore, sognando un futuro migliore, ma qui in Italia ha trovato la morte violenta. La conosceva bene, don Vinicio Albanesi, il sacerdote di Fermo, nelle Marche, la storia di Emmanuel Chidi Namdi: un susseguirsi di vicende incredibilmente tragiche.

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In Nigeria, infatti, Emmanuel era miracolosamente scampato alla furia omicida dei miliziani jihadisti di Boko Haram, che avevano già ucciso i genitori e la bimba di Emmanuel durante un assalto ad una chiesa. Provato dal dolore e dall’orrore, Emmanuel era fuggito insieme a Chinyery attraverso il Niger e la Libia, nonostante la donna aspettasse un bimbo proprio da lui. Prima di imbarcarsi in direzione di Palermo, i due, come tanti disperati migranti, hanno subìto violenze e intimidazioni di ogni tipo. Durante la traversata Chinyery aveva anche perso il bimbo che portava in grembo, e una volta giunti in Italia, in attesa del permesso di soggiorno, avevano tentato di integrarsi. Emmanuel stava imparando l’italiano, mentre la sua compagna faceva più fatica e utilizzava soprattutto l’inglese. L’amore tra i due era apparso a Don Albanesi come estremamente sincero: «Volevano davvero una famiglia e la serenità, avevo anche celebrato la loro promessa di matrimonio».

Il 35enne nigeriano è stato ucciso da due uomini con cui aveva avuto una lite in strada, reagendo agli insulti razzisti che questi avevano rivolto alla sua compagna, la 24enne Chinyery, chiamandola “scimmia”. I due avevano tentato la fuga dal loro paese insieme, provando anche a coronare il loro sogno d’amore.