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Latte in polvere: polemica sulle differenze di prezzo tra Italia e Germania

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Lo scandalo del latte in polvere, legato ai suoi costi esorbitanti all’interno dei confini italiani, e a prezzi notevolmente inferiori in quelli tedeschi, non sembra aver prodotto alcun effetto positivo nelle tasche delle famiglie italiane che sono alle prese con la necessità di procedere all’acquisto dell’alimento.

Era infatti il “lontano” 2004 quando Max Laudadio, inviato di Striscia la Notizia, condusse un’inchiesta finalizzata a dimostrare quanto fossero elevate le differenze di prezzo tra il latte in polvere acquistato in Italia, e identico prodotto acquistato in Germania. Ebbene, una confezione da 1 kg di latte in polvere ipoallergenico, di una nota marca, veniva venduta in Germania a 14,38 euro, contro i 41,25 euro applicati nelle farmacie italiane.

Il destino era lo stesso nel caso di latte in polvere non speciale: in questo caso in Germania venivano applicati costi per confezione da 1kg pari a 9,17 euro, contro i 37,27 euro dell’Italia. Contattato dall’inviato della trasmissione di Mediaset, l’amministratore delegato dell’azienda in questione negò ogni accordo finalizzato a mantenere elevati i prezzi tra le varie aziende di produzione del latte in polvere.

Una successiva indagine dell’Antitrust sembrò tuttavia pensarla in maniera un po’ diversa, visto e considerato che al termine dell’istruttoria le aziende produttrici furono multate, poiché fu riscontrata l’effettiva intesa per alterare la concorrenza. A distanza di 10 anni, sostiene ora Codici Lecce, niente sembra essere cambiato. Ecco il testo del loro comunicato diffuso qualche giorno fa, che segue nuovi servizi del tg satirico Striscia la Notizia:

A seguito di varie segnalazioni di consumatori concernenti l’elevato livello dei prezzi del latte per l’infanzia in Italia, specie se confrontato al prezzo applicato nei Paesi europei a noi prossimi, parte da Codici Lecce la denunzia all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e al Ministro della Salute affinché aprano un’istruttoria ed intervengano quanto prima contro questo salasso che da decenni danneggia l’economia reale delle famiglie italiane”.

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