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L’amico immaginario dei bambini: a cosa serve e perché non togliergli questa fantasia

 

L’amico immaginario è innanzitutto un ottimo ascoltatore, sempre interessato a ciò che gli si dice, capace di ascoltare per ore e ore e per giorni. Con la peculiarità che a questo amico si può parlare anche di tutte quelle cose e di tutti quei particolari che non sembrano interessare gli adulti o che loro non ritengono importanti.

Un incredibile personaggio, questo amico, che lo fa sentire sempre al primo posto e che dialoga con la costante disponibilità a gioire o soffrire con lui. Un amico che ascolta e capisce, fa domande e dà risposte sempre adeguate alle capacità cognitive del bambino. Chi sono i bambini che si creano l’amico immaginario e perché? Per quali aspetti della vita del bambino in crescita è funzionale questa sua creazione?

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Adorable little boy with teddy bear friend in park

Il più delle volte questi amici sono dello stesso sesso del bambino, ma questa non è una regola assoluta.  A volte sono totalmente uguali al bambino, altre (soprattutto nello sviluppo dalle loro caratteristiche iniziali) sono un po’ diversi fino ad assumere altri punti di vista da quelli del bambino. L’amico immaginario cresce anche lui nel tempo e può arrivare a essere “costruito” con personalità propria e sempre più complessa e articolata.

Il fatto interessante è che il bambino è ben consapevole del gioco tra realtà e finzione di questo suo amico immaginario. Non si tratta di allucinazioni dalle quali il bambino viene ingannato, anzi: il bambino controlla quel limite tra realtà e immaginazione servendosi della figura immaginata, come si seguiterà poi a fare sempre, nell’età adulta, con i nostri dialoghi interiori.

Perché è importante l’amico immaginario Svolge un ruolo di mediazione tra l’uguale e l’altro da sé, aiutando il bambino nella sua crescita di rapporti socializzanti. È insomma una creazione positiva perché è un aiuto a esternare prima di tutto al bambino stesso emozioni, paure eventuali, preoccupazioni, scoperte, gioie. Un amico immaginario fa tutto quello che il bambino pensa che lui faccia, lo consola, non lo fa sentire solo. L’amico, come doppio di se stesso, lo aiuta a passare dall’indifferenziato universo infantile nel quale non è consapevole della sua diversità dagli altri (in primis madre e familiari) alla formulazione di pensieri e atti che distanziano e oggettivano ciò che sta vivendo.

Cosa deve fare un genitore? È importante che si lasci al bambino tutto lo spazio emotivo e mentale per vivere questa sua esperienza di creazione di un amico immaginario, senza cercare di convincerlo che quell’amico non esiste, senza fargli troppe domande “da adulti”. Limitarsi a prenderne atto e, se ci riesce, giocare e dialogare insieme a lui con questo suo amico.