Gravidanza

Parto, tutto ciò che una donna deve fare prima di andare in ospedale e ciò che la aspetta

 

Il parto è l’evento più atteso dei 9 mesi, ma per affrontarlo al meglio occorre essere pienamente consapevoli di cosa accadrà. Soprattutto prepararsi psicologicamente e praticamente, dando per scontato che si sia seguito un corso pre-parto, almeno per la prima gravidanza affinché il corpo sia pronto al tipo di sforzo e di spinta richiesto dal parto naturale.

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A casa La prima cosa da fare, in tema di preparazione pratica al parto, è sistemare la cartella clinica della gravidanza, con tutte le ecografie, gli esami e le analisi effettuate durante i nove mesi. Da non dimenticare anche i documenti personali della donna: da quello d’identità alla tessera sanitaria, necessari per la registrazione in ospedale. Fondamentale anche la valigia per l’ospedale, che deve contenere il necessario per la degenza della futura mamma (camice da notte, vestaglia, beauty case, ciabatte), ma anche per il piccolo in arrivo (tutine, body, bavaglini, calzini). Ogni struttura ospedaliera stila una lista, con indicazioni specifiche in merito. La donna poi dovrebbe ricordarsi di depilarsi il più possibile, per stare in ordine e per alleggerire il lavoro delle infermiere.

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Cosa succede in ospedale? Nelle ore che precedono il parto si presentano dei dolori che caratterizzano la cosiddetta fase prodromica. Le contrazioni aiutano il bambino ad impegnarsi nel canale del parto e durano per ore, si presentano in modo regolare e sono sempre più ravvicinate. Il travaglio inizia con la perdita del tappo mucoso, una sostanza gelatinosa che può essere anche striata di macchie di sangue, causate dalla rottura dei capillari uterini. Oppure con la rottura delle acque.

  • Quando la dilatazione arriva a dieci centimetri di diametro vuol dire che il collo dell’utero si è completamente appiattito sulla parete uterina e il bambino ha tutto lo spazio per uscire.
  • Quando la testa del bebè comincia a vedersi la donna verrà invitata a spingere Le spinte devono essere effettuate di pancia e devono essere prolungate per assecondare l’uscita del bambino.
  • Dopo l’uscita del bambino le contrazioni si interrompono per poi riprendere per espellere la placenta (secondamento).