Storie di vita

La ‘culla della vita’ fa rinascere la piccola Azzurra

 

Quell’allarme nella sede della Croce Azzurra di Abbiategrasso non aveva mai suonato prima. Nella “culla della vita” c’era una piccola neonata dai capelli biondissimi avvolta in un asciugamano bianco e quella notte ha cambiato per sempre la sua vita.

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L’hanno chiamata Azzurra, pesa poco più di due chili, è in buone condizioni ed ora riposa tranquilla nel reparto di neonatologia dell’ospedale di Magenta: dalle coperte dell’incubatrice sbuca solo il suo nasino e chissà dove è stata partorita.

Mercoledì, alle 23.16, qualcuno ha premuto il pulsante che apre la ‘culla della vita’ della sede della Croce Azzurra di Abbiategrasso e vi ha deposto la piccola. Poi, è scomparso nella notte. Un atto disperato, ma che l’ha salvata. Le culle della vita sono una versione moderna e tecnologica dell’antica ‘ruota degli esposti’. Sono nate per prevenire tragedie come l’abbandono dei neonati nei cassonetti. Sono costruite in modo da garantire l’anonimato a chi lascia il bebè e offrono al piccolo un soccorso medico, 24 ore su 24.

Il Centro di Aiuto alla Vita di Abbiategrasso ha aperto la culla della Croce Azzurra nel 2009, grazie alla donazione di Guido e Silvana Bernardi. Da allora, l’allarme ha suonato solo per scherzi, oppure maldestri tentativi di aiuto (una volta ci avevano messo dentro dei cartoni di latte in polvere). E a uno scherzo hanno pensato anche Teresa Ceni Longoni, responsabile del Centro di Aiuto alla Vita e Daniele Cassanelli, presidente della Croce Azzurra, quando hanno ricevuto sul cellulare l’sms di allerta proveniente dalla culla. E invece la telecamera collegata alla culla mostrava una neonata avvolta in due asciugamani bianchi.

Mentre era in braccio ai soccorritori, sono arrivati i carabinieri di Abbiategrasso, che hanno scortato l’ambulanza con fino all’ospedale di Magenta. Qui è stata visitata dal primario Luciana Parola: “È sicuramente nata a termine – spiega – le sue condizioni di salute sono buone: quando è arrivata aveva la glicemia un po’ bassa ma, dopo aver bevuto il biberon, i valori sono rientrati subito nella norma”.

Chiunque abbia accudito Azzurra nei suoi primi giorni lo ha fatto con amore e probabilmente con l’aiuto di qualcuno esperto. “La bimba non presentava alcun segno di violenza o di incuria, è stata curata e nutrita. Non è stato commesso nessun reato, non si tratta di abbandono di minore” racconta il capitano Bagarolo. “La culla ha salvato una vita: è stata un’emozione abbracciare questa bimba e dirle benvenuta su questa Terra” dice Teresa Longoni, responsabile del Cav. Il pensiero va alla mamma di Azzurra. “È una donna che è stata mamma fino in fondo: l’unica cosa che doveva dare alla bimba era la vita e lei le ha permesso di vivere. Noi la ringraziamo e le diciamo: ti vogliamo bene – aggiunge la Longoni -. Azzurra resterà in ospedale finché il Tribunale di Milano non le troverà una famiglia adottiva, cosa che avviene, solitamente entro un mese. In media ogni anno due neonati vengono lasciati all’ospedale di Magenta dalle madri che li partoriscono ma non desiderano riconoscerli”.