Noemi è una di quelle vip che non hanno problemi a guardarsi allo specchio anche con qualche chilo in più. Per tanto tempo ha lottato contro la bilancia ma ora racconta al settimanale Oggi di aver detto basta, preferendo amarsi anche con una silhouette più tondeggiante. “La guerra è finita. È così vero che oggi riesco persino a guardarmi in fotografia: mi guardo e mi piaccio”. E, lo stesso concetto, sembra ribadirlo nel verso della sua nuova canzone, Amen: “Ho messo l’anima in pace perché è stata in guerra per troppo tempo”. Noemi ricorda anche quando, nel 2011, cantò la canzone scritta per lui da Vasco Rossi, Vuoto a perdere, con quel verso in cui tante donne si sono riconosciute: «Sono qui che guardo, che mi guardo crescere, la mia cellulite, le mie nuove consapevolezze» e di come oggi le cose siano molto cambiate: “Vasco, con quel verso, mi ha appeso al muro. All’inizio ero disturbata. Ma lui mi assicurò che, nella sua vita, di cellulite non ne aveva mai vista: “Solo dei gran bei culi”. Oggi penso al mio corpo come al letto di un fiume dove tutto si sedimenta: lotto per essere unica, non per rientrare nei canoni di una bellezza stereotipata, che è all’opposto della personalità”.
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E aggiunge: “Sono cresciuta nell’era di Kate Moss, l’epoca dell’ossessione: oggi si sta affermando un nuovo modello, basato su un rapporto sano con cibo e sessualità. Senza le nostre forme non saremmo donne, non vorrete rinunciarci?”.
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Noemi un’icona per le fan? “Se lo sono, mi fa piacere, ma non ci penso. Non sono un’ape regina, e non entro in competizione con le altre. Per questo mi trovo bene con quelle che, come me, sono un po’ maschili negli atteggiamenti: penso a Fiorella Mannoia e a Loredana Bertè, con cui ho cantato all’Arena di Verona. Se sai chi sei, non hai bisogno di marcare il territorio: non è un atteggiamento che appartiene al genere femminile, è solo una reliquia delle donne manager degli anni 80, che erano uomini mancati”.
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Riguardo alla sua vita privata, la cantante è fidanzata da otto anni con il musicista Gabriele Greco e ammette di immaginarsi mamma anche se, a 34 anni, non si sente forse ancora pronta: “Come no! Mia madre mi ha avuto a 21 anni: il nostro è un rapporto splendido che avrei voluto replicare. Ma il mio orologio biologico ancora non ticchetta: sarà che la mia vita è incasinata, non sto mai ferma. E invece credo che un bambino debba avere un nido, un suo quartiere, gli amichetti”.
