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Infezioni vaginali, ecco il modo più efficace per combattere le recidive

 

Una donna su tre soffre di infezioni vaginali, in età fertile. Non solo: chi ne viene colpito soffre anche di recidive, vale a dire che, appena superata la prima infezione, passa circa un mese e si è di nuovo punto e a capo. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Nutrition, non bastano gli integratori alimentari ad evitare le vaginiti, perché si tratta della carenza di una vitamina in particolare.

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La prima ricerca, di un gruppo di ginecologi dell’università di Pittsburgh, è stata condotta su circa 500 donne in gravidanza con vaginosi batterica, una delle infezioni vaginali più comuni. I dati indicano che ben il 93 per cento delle donne con vaginiti aveva anche un deficit più o meno accentuato di vitamina D: al ridursi dei livelli della vitamina, peraltro, cresceva la probabilità di infezione. A seguito di questo primo dato, alle stesse donne è stata somministrata la vitamina D ed è emerso che, nonostante i supplementi di vitamina D ad alte dosi, la probabilità di un secondo episodio di vaginite nei sei mesi successivi non cambia: contano probabilmente di più integrare la vitamina D, ma rafforzare i livelli di vitamina raggiunti, attraverso una buona esposizione al sole e attraverso un consumo adeguato di cibi che la contengono come i pesci grassi (per esempio salmone o sgombro), latte e latticini, uova. Una triplice azione, dunque per sconfiggere le vaginiti ricorrenti.

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I sintomi da curare subito Prima di tutto serve non trascurare i sintomi di un’infezione vaginale, per poter intervenire efficacemente e con tempestività.

  • Le perdite biancastre, la cosiddetta leucorrea, sono un indice abbastanza specifico di infezione anche se talvolta si possono avere pure in condizioni fisiologiche.
  • Prurito e irritazione sono altri sintomi da non sottovalutare e il primo passo utile per capire se si è davvero in presenza di un’infezione sarebbe la misurazione del pH vaginale, con una cartina tornasole o con appositi presidi medici che in altri Paesi sono disponibili anche sistemi per l’auto-misurazione del pH vaginale.
  • se per un qualsiasi motivo non si può accedere a una visita in tempi rapidi, occorre scegliere un prodotto per automedicazione il più aspecifico possibile, che sia solo sintomatico. Senza una diagnosi precisa va evitato il fai da te con antibiotici o antifungini: la terapia giusta va prescritta dal ginecologo dopo aver riconosciuto la causa dell’infezione.