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In Italia una donna su 4 bocciata dai ginecologi: ancora lontane dall’emancipazione femminile

 

Donne italiane bocciate a letto: davvero? Lo dicono i ginecologi della Sigo, Società italiana di ginecologia e ostetricia, in occasione del World Contraception Day che si celebra oggi. “L’Italia è il fanalino di coda in Europa. Serve una svolta”, è l’allarme lanciato dagli esperti durante un incontro a Milano.

Perché? Cosa fanno che non va? Non c’entra affatto il partner: c’entrano loro e la loro salute e consapevolezza. Come se certi argomenti fossero tabù, come se la loro vita non dipendesse dalle proprie scelte ma da un destino. O dal caso, cui si affidano. Nella pagella dei ginecologi una su 4 viene bocciata in contraccezione: che vuol dire meno protezione rispetto ai tumori, meno prevenzione rispetto agli altri paesi europei

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Nella pagella dei ginecologi una su 4 viene bocciata in contraccezione: il 24,8% delle donne in età fertile utilizza sistemi poco sicuri per evitare una gravidanza indesiderata. In particolare, il 17,5% ricorre alla pratica del coito interrotto, il 4,2% si affida ai metodi naturali e il 3,1% alla buona sorte o altri rimedi. Dal fai-da-te, insomma, al fatalismo di ‘speriamo che me la cavo’. Quanto alla contraccezione ormonale, nella Penisola viene scelta invece solo dal 16,2%.

Il ricorso alla contraccezione ormonale – riferiscono – risulta particolarmente basso nelle regioni del Mezzogiorno e in Sicilia. Proprio le aree in cui si concentrano più della metà delle 7.819 ‘baby-mamme’ under 19 del Belpaese (dato 2014). “Il quadro denota una scarsa consapevolezza e richiede interventi di educazione sessuale e all’affettività sin dalla scuola”, afferma Paolo Scollo, presidente nazionale della Sigo che cerca di fare la sua parte online con il sito www.sceglitu.it. “Nel nostro Paese – osserva lo specialista – certi temi sono ancora considerati un tabù. Soprattutto servono programmi educazionali specifici per le categorie più propense a comportamenti scorretti e pericolosi, come gli under 30 e le donne di origine straniera”.

Nella Giornata mondiale della contraccezione viene presentata anche un’indagine condotta in 9 Paesi, su 4.500 donne (500 italiane) tra i 20 e 29 anni. “Una su 2 è alla ricerca di un contraccettivo ‘fit and forget’ (metti e dimentica) che garantisca una maggiore serenità e sia più comodo rispetto a pillola, anello o cerotto“, riporta Valeria Dubini, consigliere nazionale Sigo.

La contraccezione intrauterina è usata da oltre 160 milioni di donne e rappresenta la via di somministrazione più diffusa al mondo, ricorda una nota della Sigo. In Italia il livello di utilizzo è in crescita, anche se è ancora più basso rispetto alla media europea. “Dobbiamo riuscire ad incrementare anche nel nostro Paese il ricorso a questi metodi che presentano una notevole sicurezza ed efficacia, costi ridotti e un’elevata compliance grazie anche alla praticità d’uso – aggiunge Attilio di Spezio Sardo dell’università Federico II di Napoli – L’innovazione medico-scientifica ha portato a dispositivi come Jaydess che possono essere tranquillamente usati anche dalle giovani o dalle donne che non hanno mai affrontato una gravidanza”.