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Il paese dove i bambini sono felici: qual è e cosa devono fare scuola e famiglie

 

Sapete qual è il Paese in cui le persone sono più felici? La Danimarca. E come fanno? Cominciano fin da bambini perché essere felici, lo si impara, ma bisogna cominciare presto, fin da piccoli, dalla primissima infanzia: ci vogliono genitori sereni che possano crescere figli come loro e una scuola che dia man forte a questo modello. E ora arriva un libro che insegna a tutti noi, specie a noi mamme italiane sempre in ansia, come prendere la vita quando abbiamo dei figli e come trasmettere loro la nostra serenità:  “Il metodo danese per crescere bambini felici” (Newton Compton Editori,10 euro).

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A scuola. “Nelle scuole danesi – spiega Jessica Joelle Alexander – si insegna l’empatia fin dai primi mesi di vita. Ma ci sono altri punti importanti in questo tipo di educazione: il gioco libero e cercano di non nascondere nulla ai figli su tutti gli aspetti della vita, cercando di non esagerare con le lodi. L’obiettivo è premiare sempre lo sforzo del bambino, non il risultato. Lo sforzo continuo dei genitori è quello di trovare i dettagli più positivi in una situazione negativa o di formularla in modo diverso”.

Penso positivo. Un comportamento ‘positivo’ ha un influsso diretto sui bambini che apprendono fin da piccoli ad affrontare le situazioni critiche. Niente panico e tranquillità per andare avanti con leggerezza. E la sicurezza di mamma e papà rende i figli equilibrati e sicuri. Bisogna rimodulare ogni cosa con i bambini, non alzare mai le mani per sculacciarli. E’ vietato anche urlare e sgridarli in modo aggressivo. ‘Stare insieme in modo accogliente’ è un valore danese”.

Niente sculacciate. In Danimarca sono vietati anche schiaffi, sculacciate e qualsiasi tipo di punizioni corporali. “Sono vietati in 49 paesi e tra questi la Francia. La severità e le punizioni allontanano i bimbi dai genitori, interrompono la comunicazione. Creano paura, ansia e nervosismo. I danesi puntano a far capire le regole ai più piccolo”, aggiunge Alexander.

Niente compiti a casa. Nel metodo di studio c’è un’importante differenza con la didattica italiana. Quando sono piccoli i ragazzini danesi, ma anche quelli finlandesi, non hanno mai compiti dopo la scuola. Niente pomeriggi a casa con la testa sui libri. Un altro punto chiave è l’empatia, perché per i danesi è la chiave di ‘una società felice’ in quanto è alla base della coesione sociale. “Nelle scuole il 50-60% delle attività è un lavoro di squadra. Questo li aiuterà quando cresceranno. In Italia e negli Usa ci si concentra di più sul lavoro individuale. E’ assurdo perché nelle aziende conta il lavoro in team, quello che si fa con i colleghi”.

Empatia e giochi.  Lavoro di squadra per il quale fin da piccoli è bene capire le regole per accettare le differenze, accettare gli altri. “Anche l’empatia è fondamentale e abbiamo scoperto che va insegnata a scuola. In Danimarca c’è molta empatia fra gli individui, perché si sa come insegnarla. E’ un punto di forza per diventare buoni manager, ma anche per prendere decisioni importanti nella propria vita privata. Porta benessere”.  Dal 1871 in Danimarca anche il gioco libero è considerate strumento di crescita. Aiuta a sviluppare tattiche, rende empatici e, secondo alcune tesi, combatte lo stress.

Le mamme italiane. A questo punto bisogna chiederselo. In che cosa sbaglia la mamma italiana? “Fare il genitore è il lavoro più difficile del mondo – spiega ancora Alexander – . Ogni paese ha un suo modo di crescere i bambini. Bisogna però considerare che la Danimarca è da 40 anni lo stato con il maggior indice di felicità. Per questo