Alcuni tribunali di città cuna recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Tale sentenza ribadisce il concetto che i governi dei paesi della comunità europea possono in maniera del tutto legittima vietare il ricorso alla fecondazione eterologa in cui, un genitore è esterno la coppia come in caso di donazione di un ovulo. Questo potere riconosciuto ai singoli paesi comunitari, secondo la Corte Europea, non viola l’articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e di famiglia) della Convenzione dei diritti dell’uomo.
In Italia, quindi, le coppie che non vedono altra possibilità di avere un figlio se non con la fecondazione eterologa dovranno aspettare ancora perché al momento il divieto viene ribadito. Il governo decide secondo le fondamenta culturali e spirituali proprie del paese in questione per cui, in Italia, paese di tradizione cattolica, la fecondazione eterologa fa fatica a decollare. Le coppie che non ri rassegnano a non poter avere un figlio si rivolgono quindi all’estero con il fenomeno del turismo procreativo.
Di recente ha sconvolto la storia di una coppia italiana che si è recata a Creta dove la fecondazione eterologa è concessa. La donatrice, anonima, era portatrice sana di una malattia genetica mortale e cioè la neurofibromatosi. Così il piccolo nato è presto morto. Ovviamente la coppia addolorata e sfiduciata si è rivolta al presidente Napolitano con una lettera in cui si dice che se avessero potuto rimanere in Italia dove i controlli medici sono sicuramente più scrupolosi, quanto di tragico è capitato a loro, probabilmente non si sarebbe verificato.
Per ora, comunque, l’unica possibilità di avere un bambino secondo la fecondazione medicalmente assistita è quello in cui il feto sia nato dall’ovulo materno e da spermatozoi paterni senza ricorrere a contributi di genitori biologici esterni la coppia.