Arlene Clark è una donna di 31 anni, scozzese, che ha perso il figlio di soli 6 anni il 19 dicembre 2012. Tre anni difficili, in cui è stato impossibile cercare di farsi una ragione del perchè, un bimbo così piccolo, abbia perso la vita per colpa dell’adenovirus, a breve distanza dal suo compleanno e dal Natale.
Ebbene, con l’avvicinarsi delle feste – quelle feste che il bimbo non ebbe modo di celebrare per la sesta volta – la donna ha scritto una commovente lettera su Facebook nella quale cerca di spiegare perchè sia importante festeggiare il Natale. La lettera ha ricevuto oltre 30 mila ‘mi piace’, più di 7 mila condivisioni, ed è un utile spunto per poter riflettere sul significato di questa parte “magica” della stagione.
“Di questi tempi, tre anni fa, la mia vita era come quella di molti di voi. Ero la mamma di un bellissimo bambino di cinque anni, molto eccitato per l’arrivo del Natale. Stavo facendo tutte le cose che state facendo anche voi ora con i vostri figli, come decorare casa, scrivere lettere a Babbo Natale, fargli visita, guardare film natalizi, fare compere, fare progetti per quel giorno di festa e fare di tutto per regalare al mio bambino il suo Natale migliore. Non sapevo che la mia vita stesse per cambiare per sempre” – scrive la donna, come ricordato anche dall’Huffington Post.
“Non sapevo che mio figlio non avrebbe vissuto nessun altro Natale. Non sapevo che non l’avrei più visto correre per le scale disperatamente cercando di scorgere Babbo Natale o che non l’avrei mai più visto aprire i suoi regali, giocare con i suoi giochi e fare tutte quelle cose che quasi tutte le famiglie fanno in questo periodo di festa” – scrive ancora la madre.
Quindi, un bel messaggio da condividere, e una profonda verità che è bene tenere a mente.
Nessuno sa cosa gli riserverà il domani e ciò che è più triste è che il domani non è sempre garantito per tutti noi. Proprio come gli altri, io mi facevo risucchiare dallo stress natalizio, mi preoccupavo dei soldi, dei regali, mi stressavo nei negozi, correvo da una parte all’altra, mi preoccupavo di far felici gli altri. Ma importava davvero non trovare ciò che cercavo nei negozi? Era davvero un problema trovare tanta folla e dover fare la coda? Importava davvero non trovare parcheggio? O non mandare biglietti d’auguri? O non sapere cosa regalare agli altri? O che non sarei riuscita a vedere proprio tutti il giorno di Natale? O che queste persone fossero in disaccordo con me? Con il senno di poi, nessuno stress natalizio vale davvero la pena. Ciò che conta è il tempo che ho speso con Jack e i ricordi che abbiamo seminato lungo il cammino. Sono così grata per tutte le cose che ho potuto fare con lui soprattutto in questo periodo e so che non tutte le persone hanno la possibilità di sperimentare il grande dono che è l’essere genitori. Il Natale è dei bambini e dei ricordi che riesci a costruire con loro, non riguarda i soldi che spendi per loro.
Nel bel mezzo delle corse natalizie, dentro i negozi affollati, nelle cene fuori, prendetevi un po’ di tempo per costruire piccoli ma speciali ricordi con i vostri figli, guardate un film di Natale insieme, fate un gioco, giocate a carte o leggete una storia di Natale. Una delle cose che Jack amava fare nel suo ultimo Natale era farmi cantare con una strana voce le canzoni di un libro natalizio. In una delle sue ultime telefonate mi ha detto: ‘Mamma, abbiamo cantato quella canzone a scuola oggi’, e quando gli ho chiesto quale canzone, mi ha risposto: ‘Quella che tu canti con quella voce divertente’. Era una cosa piccola ma ora è un ricordo speciale. Non dimenticate di scattare foto di questi momenti nel frattempo. Non sapevo quale fosse il vero valore di una fotografia fino a quando non ho perso il mio bambino.