Donna

Il duro “mestiere” delle mamme: stressate e cariche di responsabilità. L’impietoso identikit e i consigli per superare le criticità nella crescita dei figli

 

“Essere mamma è un lavoro a tempo pieno di grande importanza e molto impegnativo. Qualunque sia l’età dei bambini, lo stress è sempre in agguato. La gravidanza e il post-partum, l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta sono tutti momenti critici”. Se ce ne fosse bisogno, a confermare quanto sia dura essere mamma ci pensa Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap, Associazione europea disturbi da attacchi di panico, e direttore scientifico di Bioequilibrium, interpellata da Andkronos. Ipervigili e stressate o afflitte da ansia da abbandono o sindrome del nido vuoto. Le mamme italiane sono continuamente esposte a innumerevoli fonti di stress. Attenzione, però: “La bellezza dell’essere mamma non risiede solo nel dare, bisogna anche imparare a ricevere dal mondo, dai figli e dal partner. È proprio quando l’essere madre viene percepito come marchio di privazioni e rinunce che arrivano i problemi”. (Continua dopo la foto)

dentroPertanto, ecco alcuni consigli per gestire con maggiore serenità le diverse fasi dell’essere mamma. “Le mamme in attesa – afferma l’esperta – sono altamente vulnerabili. Riuscire a vivere serenamente la gravidanza, senza essere continuamente in ansia per la salute del piccolo, lo aiuterà a crescere nel modo migliore. Con l’infanzia la madre invece sperimenta il suo essere indispensabile: ciò potrebbe generare un eccessivo carico di responsabilità e alti livelli di stress. È in questo momento che la madre dovrà iniziare a pensare di allontanarsi. Una madre che insegna al proprio bambino a saper fare a meno di lei, sarà in grado di accompagnarlo nel suo ingresso al mondo”. (Continua dopo le foto)

dentro1 dentro3Il periodo più duro però è un altro: l’adolescenza. “I ragazzi hanno bisogno del loro spazio di esplorazione e la mamma fatica a lasciare la possibilità di sbagliare. L’ambiente familiare deve essere accogliente e non giudicante. Il compito è dare al figlio gli strumenti morali e pratici per affermarsi nel suo tempo imparando dai suoi errori. Infine – osserva Vinciguerra – altro momento delicato è quando i figli sono abbastanza grandi da andare a vivere da soli. Le madri devono essere in grado di affrontare un presunto abbandono. La sindrome del nido vuoto può essere normale e fisiologica, ma se gli stati depressivi sono permanenti o troppo intensi bisogna intervenire”.