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“I nostri figli hanno fame!”. La drammatica storia di Alessandro: licenziato e sfrattato, ora vive in auto con la moglie e i tre figli piccoli. La beffa della casa popolare: succede tutto in una grande città italiana

 

Faceva il magazziniere ma ha perso il lavoro. Così è stato sfrattato ed è finito a vivere in un’auto con tutta la sua famiglia, compresi i tre figli: “Aiutateci, hanno fame”. È la triste storia di Alessandro R., della sua compagna Alessandra e dei loro tre bambini (il più grande ha quattro anni, il più piccolo appena 5 mesi). Una storia che viene da Torino, nel cuore industriale e produttivo dell’Italia. Dopo essere stato licenziato e aver perso la casa, Alessandro non ha potuto fare altro, insieme alla sua famiglia, che trascorrere le notti in auto, cercando di trovare presto un nuovo lavoro. Perché Alessandro, come racconta Il Corriere della Sera, è sempre stato un gran lavoratore, ma sfortunato. “Ho sempre lavorato persino quando tirare a fine mese significava racattarre i soldi per coprire le spese (l’affitto, le bollette, il supermercato) e nient’altro”, ricorda Alessandro. Dopo una serie di lavori precari, “è successo che una delle ditte che mi aveva assunto da un giorno all’altro è fallita e mi ha lascito a casa con mesi di stipendio arretrati”. E così è iniziato il dramma. (Continua dopo la foto)

dentroNon è rimasto a piedi solo lui, ma anche la compagna Alessandra, di 31 anni, e i tre figli piccoli di 4 e due anni e l’ultimo, di appena 5 mesi. Non potendo più pagare l’affitto sono stati costretti ad accamparsi in macchina per le strade di Borgo Vittoria, un quartiere di Torino. “Il Comune e i servizi sociali ci chiedono un reddito per assegnarci una casa e noi non l’abbiamo”, spiega Alessandra. (Continua dopo le foto)

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Così ora vivono in condizioni assolutamente precarie e possono contare solo sulla solidarietà delle persone, che passano a lasciare qualche soldi, alimenti e parole di incoraggiamento. “L’unica cosa che vorremmo è una casa. Continuiamo a spargere curriculum, ma nessuno ci considera. Le stiamo provando tutte, ma qui, sotto la pioggia, rischiamo di doverci arrendere”, dice Alessandro. “I nostri figli hanno fame. E per restituirgli la loro infanzia siamo disposti a tutto, a svolgere qualunque tipo di lavoro”.