Guide e Consigli

I capricci dei bambini spesso sono vero problema da gestire per i genitori. Il segreto? Ecco i consigli degli esperti

 

I capricci sono un problema che riguarda tutti i bambini e quindi tutti i genitori. Davanti a un capriccio, il genitore non deve mai perdere la calma, anzi dovrebbe sempre ricordarsi che pianti e capricci fanno parte della normale fase evolutiva del bambino. Poi però deve contenere il piccolo: se la rabbia è legittima, il comportamento capriccioso è invece sbagliato. Il rapporto tra figli e genitori è però cambiato nel corso del tempo così che oggigiorno padri e madri tendono ad avere un atteggiamento amichevole con i propri figli, il più possibile paritario. L’uso dell’autorità ricorda un passato non troppo lontano, nel quale era normale comandare i bambini a bacchetta e punire tout court i capricci. Purtroppo oggi si rischia di cadere nell’eccesso opposto, quello di permettere tutto (e quindi di tollerare capricci a oltranza) o di dare infinite spiegazioni sul perché di un ordine. È un errore: i bambini piccoli non sono in grado di capire le spiegazioni e vanno indirizzati in modo fermo. L’autorità in questo caso è il miglior modo di prendersi cura, il più amorevole, perché manda questo messaggio: se anche tu sei smarrito e non sai cosa fare (e fai troppi capricci) ci penso io. (Continua dopo la foto)

capricciEcco alcuni esempi concreti che riguardano situazioni che spesso di verificano e i consigli su come gestirli nel migliore dei modi. Se vostro figlio ha preso un gioco a un altro bambino o qualcosa che non doveva, significa che sta sperimentando il suo potere: non riuscirete a fargli cambiare idea con le spiegazioni. Dunque prendetelo e restituitelo voi. Capirà il vostro gesto molto meglio delle parole. Se volete spiegargli la differenza tra “tuo e “mio” fatelo in un momento di calma. (Continua dopo le foto)

capricci1 capricci2Inoltre i no e i divieti sono sempre educativi. Quando decidete di dare uno stop, non tornate sui vostri passi e non cercate subito di consolarlo o di “risarcirlo” con oggetti o attenzioni speciali. Un ordine sbagliato è meglio dell’incoerenza. Se vi accorgete di aver ecceduto, avrete a disposizione altri momenti per essere gentili, teneri e comprensivi. Davanti a un bimbo che piange perché non vuole andare alla scuola materna il genitore non deve farsi sopraffare da sensi di colpa e da altri sentimenti negativi. Ma tenere il bimbo nella mente, capire la sua agitazione e nello stesso tempo rendersi conto che è importante per il bene del bambino andare alla materna, che è normale all’inizio piangere, ma che questa separazione non arrecherà nessun danno al piccolo.