Guide e Consigli

I bambini e la fase “È mio!”. Ecco come comportarsi per gestire al meglio un naturale step evolutivo dei piccoli

 

“È mio!”. È la fase che i piccoli attraversano a partire dai 18 mesi con un picco particolare verso i 2-3. A tutti è capitato di sentire un bimbo che subito dopo le prime parole, quali “mamma”, “papà”, “pappa”, inizia a pronunciare la frase “È mio!”, strappando a volte dalle mani altrui un oggetto oppure facendo il possibile per non lasciare lo stesso dalle proprie, sebbene quella cosa in realtà non gli appartenga. Una fase di forte possessività, di impossibilità a condividere, persino di tollerare che qualcuno tocchi un loro giocattolo, un oggetto su cui hanno messo gli occhi. In certi casi è piuttosto buffa, in altri può diventare problematica e far scaturire vere e proprie scenate di disperazione. Come comportarsi in questo periodo? Secondo gli esperti, ci sono due principali consigli da seguire nel gestire questa fase possessiva. Non è egoismo o un comportamento antisociale: è un loro iniziale tentativo di capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Dunque la prima cosa da fare per aiutarli è dare delle regole. (Continua dopo la foto)

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Aiutarlo a capire sottolineando cosa è suo, cosa di mamma, cosa di papà o del fratello/sorella, dei compagni di classe se va all’asilo. Allo stesso tempo, occorre insegnargli il piacere della condivisione (giocando insieme con gli oggetti in questione), senza però forzarlo. La condivisione non si deve ottenere per insistenza o con i rimproveri. Dunque se viene un amichetto a giocare a casa, si può per esempio scegliere quali giochi mettere a disposizione (prima che arrivi). Proporre scambi (‘lui ti dà il suo camion, tu gli dai il tuo dinosauro’) oppure turni. O ancora, mettere a disposizione la stessa versione di più oggetti. Insegnarli l’arte della contrattazione può essere un primo modo di fargli capire che dare e ricevere sono due facce della stessa medaglia. (Continua dopo le foto)

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Il comportamento, che col tempo tende a scemare, nasce dal concetto astratto che lega un oggetto ad una persona e il fatto che il piccolo cominci ad utilizzarlo è segno di uno step evolutivo in atto. Per loro, la prima persona che in loro presenza regge quell’oggetto è il proprietario. Ecco che anche un rossetto di mamma, un libro di papà, ai loro occhi è di loro se lo hanno preso in mano per primi.