In realtà, la possibilità di rimanere incinta in ogni ciclo mestruale (ogni mese) viene calcolata pari a una su quattro per una coppia fertile. Tuttavia, il concepire può richiedere molto tempo, anche se la coppia risulta in buona salute, ma nei casi più estremi si ricorre alla fecondazione in vitro e sempre più rivolgendosi all’estero.
Otto su dieci donne che cercano di avere un bambino riescono ad ottenere una gravidanza entro il primo anno. Le donne che hanno una gravidanza senza alcuna assistenza medica in genere, diventano gravide entro i due anni dall’inizio dei primi tentativi. Se trascorso tale periodo non succede nulla, è pratica comune (per le coppie) quella di cercare aiuto e consulenza. Nel complesso, si tratta di circa il 15 per cento (una su sei) di tutte le coppie che cercano aiuto.
In questi casi, eseguite le analisi di routine, lo specialista può decidere se sottoporre la coppia o la donna ai seguenti trattamenti.
Iniezione di sperma intra-citoplasmatica (ICSI)
Questa è una tecnica utilizzata per l’infertilità maschile, o per quei pazienti in cui la fecondazione è scarsa o nessuna. In questo caso, un singolo spermatozoo viene iniettato in un singolo uovo in laboratorio.
Inseminazione da donatore
Se l’uomo non ha affatto spermatozoi (azoospermia) o ne possiede molto pochi (grave oligospermia) si all’inseminazione artificiale, l’unica opzione a disposizione della coppia. Lo sperma viene inseminato nel grembo dopo l’ovulazione.
Donazione di ovuli
Questo trattamento è adatto alle donne che hanno subito una menopausa precoce per una serie di motivi, o alle donne che costantemente rispondono poco alla stimolazione ovarica nella fecondazione in vitro.
La fecondazione in vitro (IVF)
Si tratta del famoso metodo provetta, più correttamente noto come fecondazione in vitro (IVF). La fecondazione avviene al di fuori del corpo della donna e poi, l’embrione o gli embrioni vengono inseriti nel corpo della stessa. La fecondazione in vitro è una pratica molto diffusa tra le coppie italiane che, secondo l’Osservatorio sul turismo procreativo, il solo anno scorso ha interessato quattro mila coppie italiane che, pur di inseguire il loro sogno, si sono rivolte all’estero, preferendo tra tutte le cliniche svizzere.
Secondo il dottor Jürg Stamm, primario del Centro Cantonale di Fertilità, le coppie italiane preferiscono le strutture estere a quelle italiane perché: ”La difficoltà principale che si trovano ad affrontare è quella di non poter accedere nel proprio Paese alla fecondazione eterologa, da un donatore di sperma. Da noi invece non solo la legge consente la pratica, ma vengono anche seguiti protocolli molto severi, per cui i donatori sono rigidamente controllati e selezionati, in modo da permettere alla coppia di avere a disposizione il massimo delle possibilità di riuscita”.