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Esclusa dalla gita, questa volta non per ragioni di salute. E le mamme si ribellano

 

Tutti tranne lei. Un altro caso di esclusione dalla gita di fine anno. Questa volta non per ragioni di salute. Dopo gli episodi di Giulio e Camilla, i due bambini autistici esclusi dalla gita scolastica rispettivamente a Livorno e a Omignano Scalo, in provincia di Salerno, l’ennesimo episodio di discriminazione tra i banchi di scuola torna a fare discutere. Questa volta è successo a Peschiera Borromeo, un piccolo comune alle porte di Milano. Il tema dell’inclusione scolastica è quanto mai attuale.

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La gita in questione era una visita al Villaggio e Museo africano di Bergamo, organizzata quest’anno dall’ insegnante di religione a conclusione di un percorso formativo iniziato a settembre. presso la prima media dell’istituto De André di Peschiera. Esclusa dalla gita scolastica di fine anno perché non ha frequentato l’ora di religione. La madre della ragazza ha  ha deciso di iniziare una battaglia con le altre famiglie sensibili all’argomento. “Il delicato tema dell’inclusione è quanto mai attuale in una scuola che deve salvaguardare le diverse sensibilità etniche e culturali. Non era un gita a Lourdes” dice la mamma. Il ministro dell’istruzione Stefania Giannini, dopo gli episodi di esclusione dei due ragazzi autistici, si era detta colpita in prima persona, in qualità di madre, da questi episodi di esclusione e pronta ad intervenire nelle scuole e a contattare le famiglie coinvolte. «La scuola – aveva detto il ministro – raggiunge il proprio obiettivo educativo quando è luogo di rispetto ed inclusione, non certo di esclusione».

In una lettera indirizzata alla dirigente scolastica Marina De Marco e al Consiglio d’istituto, dodici mamme hanno chiesto di prendere una posizione in merito. Vogliono che venga valutata l’opportunità di escludere degli studenti da un’attività che non occupa solo l’ora di religione ma anche quelle delle altre materie curricolari, implica un’alterazione della normale attività didattica e prevede la visita di luoghi di interesse culturale e non solo religioso. «È un discorso molto delicato – dichiara in proposito la professoressa De Marco – perché la scuola deve tutelare gli interessi di tutti. Ho chiesto al Consiglio d’Istituto, l’organismo preposto a deliberare in merito, di affrontare l’argomento in modo completo».