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“Erano in tre con lui ma…”. Omicidio di Alatri, la rabbia del fratello contro gli amici: cosa dice dei momenti in cui Emanuele è stato pestato

 

“Erano in tre con lui, uno solo l’ha difeso”. Francesco Morganti è il fratello maggiore di Emanuele morto a vent’anni per difendere la fidanzata. Emanuele si è spento nel pomeriggio di domenica 26 marzo dopo oltre 36 ore di agonia. I genitori hanno acconsentito all’espianto degli organi. Mentre la sua città, Alatri, lo piange, sui social parte la campagna #chisaparli. Intanto, a parlare è appunto il fratello, che accusa chi era con lui quella maledetta notte. “Emanuele era lì con la fidanzata, al bancone del bar. L’hanno provocato, spinto, e poi fuori l’hanno massacrato. I dettagli non li posso conoscere, ho sentito cento versioni, non voglio aggiungere la mia. Credo nella giustizia su questa terra, e non è una frase fatta”, dice. E rimarca che solo un amico del fratello ha cercato di aiutarlo: è Gianmarco, figlio della titolare di un bar di Tecchiena. Si è lanciato sul corpo di Emanuele quando l’amico era a terra, fermo, bersaglio. Ha tentato l’ultima difesa e l’hanno travolto. Venerdì alle 23 Emanuele e la fidanzata Ketty arrivano al Mirò Music Club in piazza Regina Margherita, nel centro storico di Alatri, in provincia di Frosinone. Sabato alle 2 Emanuele è al bancone del bar del locale quando un ragazzo albanese inizia a importunare la sua ragazza. Scoppia un diverbio. Gli addetti alla sicurezza portano Emanuele fuori dal locale. Qui un gruppo di persone, tra cui anche i buttafuori, si accanisce contro Emanuele con calci e pugni. (Continua dopo la foto)

emadentroIl ragazzo è inerme, ma per il branco non è abbastanza: qualcuno prende una spranga di ferro (o una chiave inglese, secondo altre testimonianze) e lo colpisce più volte alla testa. Il ragazzo viene immediatamente trasportato prima all’ospedale San Benedetto di Alatri e poi trasferito d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma. Le condizioni sono gravissime: Emanuele presenta fratture cervicali, cranio sfondato ed emorragia cerebrale. Nel frattempo, la stessa notte, la polizia interroga in caserma una ventina di persone. (Continua dopo le foto)

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Domenica alle 15 i genitori danno il consenso per l’espianto degli organi, il suo cuore smette di battere. Intanto, sono nove le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Frosinone per la morte di Emanuele Morganti. Un gruppo misto composto da tre buttafuori italiani e uno albanese cinque giovani del posto. L’accusa per tutti è di omicidio volontario e concorso in omicidio.