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Era stata “uccisa” da papà Dario agli esordi. Poi, è diventata una stilista. Ora Fiore Argento, la figlia maggiore del regista, è stata condannata a 4 mesi di carcere

 

Una serata brava che le sta costando cara. Fiorella Argento, più nota come Fiore, la primogenita del re dell’horror, Dario, si era messa ubriaca alla guida della sua Mercedes Classe A. Così, forse per un colpo di sonno, si era schiantata fuori strada centrando un palo della luce. Come ricorda il Messaggero era l’alba del 13 aprile 2014. A vedere tutto un testimone che, accortosi dello schianto, ha chiamato subito il 118. La ragazza era lievemente ferita e l’ha trasportata in ospedale prima dell’arrivo dei vigili urbani del gruppo Cassia. Al pronto soccorso dell’ospedale San Pietro i controlli rilevarono che la donna, figlia di Dario Argento e Marisa Casale, aveva un tasso alcolemico decisamente alto: era quattro volte superiore alla soglia consentita  (oltre due grammi per litro, la legge consente fino a 0,5 grammi/l). (Continua dopo la foto)

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Scattata immediatamente l’accusa di guida in stato di ebbrezza: ieri è giunta la condanna definitiva, con una pena sospesa di quattro mesi e duemila euro di multa. I giudici hanno accolto in pieno le richieste del pubblico ministero Andrea Iolis. Oggi 47enne, Fiore Argento è figlia della relazione avuta da Dario con Marisa Casale (Asia è figlia dell’unione con Daria Nicolodi). Aveva esordito a soli 15 anni sul set con il padre che realizzava Phenomena uscito nel 1985. (Continua dopo la foto)

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Qui Fiore interpretava la parte di una giovane brutalmente assassinata nei boschi della Svizzera, dove poi arrivava la protagonista interpretata da Jennifer Connelly (lanciata da Sergio Leone ancora bambina e poi attrice premio Oscar). Altre apparizioni negli horror Demoni (di Lamberto Bava) e Trauma (uno dei film più sanguinosi del padre). Poi la decisione di seguire la vocazione di stilista. Fino all’incidente del 2014. La pena è stata sospesa e quindi non finirà in carcere, se la caverà pagando la somma stabilita dal giudice ma resterà una macchia sulla sua fedina penale.