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E’ stata la madre ad uccidere le due figliolette: Samira Lupidi condannata a 24 anni

 

Colpevole. Di avere ucciso le sue figlie Evelyn, 3 anni, alla quale era stata diagnosticata una forma di autismo e  Jasmine, di 17 mesi, mentre dormivano, nel letto, con 9  coltellate ciascuna, in uno spasmo di violenza e di rabbia. Animato dal desiderio di vendetta contro il padre delle bambine, che a suo dire la picchiava. Samira Lupidi, la ragazza di 24 anni, abruzzese, balzata alle cronache lo scorso 17 novembre è stata condannata, secondo l’ordinamento anglosassone, confermando il verdetto di colpevolezza emesso dalla giuria popolare, composta da sei donne e sei uomini. Ecco come ha reagito alla lettura della sentenza.

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Secondo quanto si è appreso, alla pronuncia del verdetto della giuria Samira era presente ed è scoppiata in un pianto a singhiozzi, calmata da una guardia di sicurezza. La 24enne non era invece presente alla lettura della condanna, pronunciata davanti ai famigliari del marito, Carl Weaver, 31 anni,  che ha raccolto un coro di «sì» dalla tribuna del pubblico che assisteva al processo. Quello di Samira, secondo il giudice Edis, è stato un «delitto rabbioso, animato da un desiderio di vendetta, commesso in uno spasmo di violenza innescata da un week end di episodi violenti». Secondo quanto emerso dal processo, durato una settimana, Samira «aveva formato una convinzione delirante di essere in pericolo di vita, che il marito la volesse abbandonare e che non avrebbe più rivisto le bambine». Al punto da organizzare il duplice omicidio, secondo il principio del «se non posso averle io, non potrà averle lui».

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Samira Lupidi era finita in cella il 17 novembre 2015, quando le due bimbe erano state trovate prive di vita, trucidate con 9 coltellate ciascuna, nella casa famiglia dove la polizia aveva ritenuto di trasferirle assieme alla mamma, dopo che questa aveva denunciato di aver subito percosse dal marito 31enne nell’abitazione in cui vivevano, a Heckmondwike, nel West Yorkshire. La giovane donna aveva poi ammesso di aver ucciso le figlie, ma di non essere colpevole di omicidio, invocando una colpa attenuata con un vizio parziale di mente al momento del delitto. Samira fino al 2011 ha vissuto a Martinsicuro, paese del padre, poi si era trasferita in Inghilterra insieme al marito. Il padre Dario e i fratelli di Samira, sono stati costretti a restare in Italia.