Alimentazione

È allarme alimentare: li hanno trovati nella carne di pollo! La ricerca choc che potrebbe cambiare per sempre le nostre abitudini alimentari: pensavamo fosse un cibo sicuro e salutare, e invece…

 

Nuovo allarme alimentare in Italia. E riguarda uno dei cibi che più comunemente si trovano sulle nostre tavole: nella carne di pollo sono stati rinvenuto batteri resistenti agli antibiotici. In particolare, sono risultati positivi 25 campioni su 40, il 63% dei prodotti acquistati a Roma e a Milano. Le analisi hanno riscontrato la presenza di batteri Escherichia coli resistenti agli antibiotici. Gli studi europei affermano che il 71% degli antibiotici venduti in Italia è per uso animale (dati Ecdc-Efsa-Ema) e il nostro Paese è ancora al terzo posto per utilizzo negli allevamenti, dopo Spagna e Cipro (Ema).

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pollo-dentro È quanto emerge da un’analisi di Altroconsumo. L’antibioticoresistenza – osserva l’associazione dei consumatori – è un problema di salute pubblica di dimensioni globali, che passa per la tavola dei consumatori. Altroconsumo annuncia di aderire quindi alla campagna ‘Basta antibiotici nel piatto’ di Consumer International, che unisce le organizzazioni dei consumatori di tutto il mondo, invitando i consumatori a sollecitare produttori e distributori via mail.

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L’inchiesta di Altroconsumo ha fotografato il livello di salubrità della carne di pollo in distribuzione al consumatore in 20 punti vendita di Roma e altrettanti a Milano. Il 19% dei batteri trovati – osserva Altroconsumo – è resistente alla Cefepime, antibiotico usato per curare le infezioni delle vie respiratorie e del tratto urinario. In futuro la resistenza potrebbe arrivare al 96%. Problema strutturale del settore, non solo italiano, aggiunge Altroconsumo: i risultati di un’analoga indagine svolta in Portogallo segnala l’85% dei campioni positivi al test dell’E.coli, in Spagna l’83%, in Belgio, il 76%.

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L’associazione segnala di aver già inviato lettere formali ai principali avicoltori e alle più importanti catene di distribuzione sollecitando la fine dell’abuso di antibiotici negli allevamenti, prevenendone l’utilizzo investendo sulla salute degli animali, garantendo buone condizioni igieniche e di vita a priori e non solo somministrando farmaci. Tutti i consumatori – conclude l’associazione – possono partecipare, inviando una mail – già compilata, con le richieste della campagna – ad allevatori e distributori.

Ma come nascono i super batteri? L’uso eccessivo di medicinali negli allevamenti, unito al sovrautilizzo degli antibiotici anche quando il medico curante non ne prescriva l’assunzione, fa sì che i batteri si fortifichino imparando a sopravvivere. Una resistenza che, a catena, si può trasferire ad altri batteri con il rischio che gli antibiotici, farmaci essenziali per la cura delle infezioni, perdano efficacia. Insomma, un problema assolutamente da non sottovalutare.