La sanità pubblica non è malridotta solo nel nostro Paese: ecco cosa succede ad una madre inglese con il suo bimbo di 7 anni che il 3 gennaio, a causa di un adenovirus, è stato ricoverato d’urgenza presso il più vicino ospedale di Glascow. Le condizioni del bambino sono apparse subito gravissime: il battito era altissimo, il bambino aveva perso conoscenza ma il reparto pediatrico di terapia intensiva non aveva posti. Il bambino è stato trasportato d’urgenza nell’ospedale di Edimburgo a ben 150 chilometri di distanza da Glascow. E lei, ecco cos’è costretta a fare, avendo un bimbo di 9 anni, a casa.
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Karen, 30 anni, per vedere il suo bambino, dal 3 gennaio è andata a trovarlo due volte al giorno, facendo 400 chilometri per 4 volte al giorno, tornando a casa in piena notte: dopo aver lasciato Alex, al mattino era casa per preparare il bimbo di 9 anni e accompagnarlo a scuola. Ora Alex sta meglio, e tra poco sarà trasferito in un reparto di pediatria di Glascow.
Ma Karen è arrabbiata e chiede al governo di riaprire il reparto di terapia intensiva di Glascow: “Non vorrei che altri genitori vivessero quello che è capitato a me: è impensabile avere un reparto di terapia intensiva così lontano”.