Sono passati 38 anni dalla scomparsa che sconvolse gli Usa. Anni di indagini infruttuose, incertezze e dubbi. Ma finalmente la giustizia ha dato definitivamente un nome al responsabile della sparizione e del successivo omicidio del piccolo Etan Patz, il bimbo di sei anni scomparso nel nulla a New York il 25 maggio del 1979, mentre si stava recando alla fermata dell’autobus per andare a scuola. Il piccolo non è mai più stato ritrovato. Per il terribile episodio una giuria popolare statunitense ha condannato il 56enne Pedro Hernandez, reo confesso dell’omicidio ma per anni al centro di una battaglia giuridica e non solo perché giudicato mentalmente instabile. L’uomo fu arrestato già nel 2012 dopo che una soffiata anonima alla polizia lo collegava al delitto del piccolo Etan. Messo alle strette, Hernandez, all’epoca della sparizione solo 18enne, confessò tutto agli inquirenti raccontando il delitto fin nei minimi dettagli ma non riuscendo a far ritrovare il cadavere di Etan. Proprio quest’ultima circostanza, insieme al fatto che all’uomo sono stati riscontrati gravi problemi mentali e allucinazioni, per anni il procedimento giudiziario a suo carico è rimasto congelato. La difesa infatti ha sempre sostenuto che Hernandez avesse difficoltà a comprendere cosa sia reale cosa no e che quindi si sia immaginato tutto accusandosi del delitto. Alla fine fu comunque portato in aula nel 2015 ma il processo finì con un nulla di fatto dopo che i giurati non riuscirono ad arrivare a un verdetto univoco. (Continua dopo la foto)
Ora il secondo processo invece ha stabilito che l’uomo è colpevole di rapimento e omicidio: i giurati hanno definito realistico il suo racconto. Hernandez, che lavorava in un negozio vicino alla casa di Etan a Soho, ha spiegato di aver avvicinato il ragazzo in strada prima che raggiungesse la fermata dell’autobus per andare a scuola. Lo avrebbe convinto a seguirlo nel locale offrendogli una bibita. Dopo lo avrebbe soffocato, mettendo il corpo in un sacco e abbandonandolo tra i rifiuti. “Abbiamo dovuto attendere a lungo, ma alla fine abbiamo trovato un po’ di giustizia per il nostro meraviglioso bambino” hanno commentato i genitori di Etan.
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Il caso del piccolo Etan aveva commosso l’America, tanto da trasformarlo nel più famoso «Bambino scomparso» nella storia della città di New York. E la sua scomparsa inaugurò quella che possiamo chiamare «l’era dell’ansietà» tra i genitori americani (fino allora era normale lasciare andare i figli a scuola da soli anche in una città come Manhattan), dando vita – come ricorda Il Corriere della sera – al movimento dei «Missing Children» la cui effige viene ancora stampata sui cartoni del latte.