La contraccezione d’emergenza è quella contraccezione che viene assunta per prevenire la gravidanza dopo un rapporto non protetto, o dopo un rapporto protetto con un sistema di contraccezione che si presume possa aver fallito il proprio compito. Ma quanti tipi di contraccezione d’emergenza esistono? E in che modo è possibile sperimentare la loro efficacia?
In commercio esistono numerose sostanze per la contraccezione d’emergenza: il levonorgestrel 1,5 mg, ad esempio, può essere utilizzato fino a tre giorni dopo il rapporto non protetto, l’Ulipristal acetato e lo IUD di rame fino a 5 giorni dopo. I tre diversi metodi sono contraddistinti da altrettante percentuali di efficacia: dei tre, comunque, quello più sicuro è certamente lo IUD di rame, che ha delle percentuali di fallimenti inferiori allo 0,10%. Drasticamente minori sono invece le percentuali di efficacia degli altri metodi.
Ricordiamo altresì che in Italia la contraccezione d’emergenza è generalmente individuata con la c.d. “pillola del giorno dopo” che – benchè possa vantare diversi principi attivi – è di norma a base del progestinico levonogestrel, che agisce bloccando l’ovulazione: si tenga conto che, rispetto ad altri sistemi di contraccezione d’emergenza, non ha effetti sull’impianto (non è quindi in nessun caso abortivo).
Attenzione altresì a non confondere la pillola del giorno dopo con il mifepristone, che è invece il farmaco per l’interruzione volontaria della gravidanza (noto anche come RU-486). Considerata la complessità del tema, il nostro consiglio – qualora abbiate intenzione di assumere tali farmaci – è quello di consultare preventivamente il vostro medico di fiducia.