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Congedo per maternità: le novità con la legge di bilancio 2019

La maternità è uscita rafforzata dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2019. Gli ultimi emendamenti alla proposta di governo sono stati approvati la notte tra il 4 e il 5 dicembre 2018 introducendo, di fatto, importanti novità sul fronte famiglia. Sono stati irrobustiti i congedi parentali, per maternità e paternità, al fine di incentivare le nascite. Tra questi spicca il nuovo regime previsto per il congedo maternità, che consente alla gestante di restare al lavoro fino al nono mese di gravidanza, beneficiando dei 5 mesi di congedo obbligatorio interamente dopo la nascita del bambino.

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Congedo per maternità 2019: quali sono le novità introdotte dalla Legge di Stabilità

L’approvazione dell’emendamento riguardante il congedo per maternità permetterà alla madre di godere dell’astensione dall’attività lavorativa dipendente per 5 mesi interamente dopo la nascita del bebè. Il periodo previsto per il congedo retribuito resta quindi invariato in termini di durata ma cambiano le regole riguardanti il periodo di astensione obbligatoria, parametrandolo sulle reali esigenze della futura mamma. Attualmente il congedo per maternità prevede l’astensione obbligatoria dal lavoro almeno 2 mesi prima della data prevista per il parto così che i tre mesi restanti vengano goduti dopo la nascita del bambino. Con la nuova Legge di Stabilità e quindi dal 2019 la mamma potrà scegliere di lavorare fino al termine della gestazione e godere dei 5 mesi di congedo solo dopo il parto. Tale beneficio, tuttavia, potrà essere goduto solo a determinate condizioni di salute, attestate da una dichiarazione medica. Riassumendo, il nuovo congedo di maternità sarà così strutturato. La madre potrà astenersi dall’attività lavorativa due mesi prima del parto e per tre mesi successivi alla nascita del bambino (secondo il regime già in vigore nel 2018). Tale ipotesi è prevista dall’articolo 16 della legge 151/2001 e resterà comunque la prassi, nel senso che è vietato adibire al lavoro le donne in questo periodo. Se le condizioni di salute della madre, tuttavia, lo permettono quest’ultima potrà trascorrere a casa anche solo l’ultimo mese prima del parto e godere dei 4 restanti dopo il parto. La grande novità introdotta per questo 2019 prevede che la madre possa restare operativa sul luogo di lavoro durante tutti i nove mesi di gestazione e trascorrere l’intero congedo di 5 mesi una volta nato il bambino, accompagnandolo, di fatto, praticamente allo svezzamento. Queste due ultime ipotesi, però, saranno concedibili “a condizione che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro”.

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Congedo per maternità 2019: retribuzione, come richiederlo, lo smart working

Nessuna novità invece sul fronte retributivo che resta invariato all’80% della retribuzione normalmente percepita dalla gestante, a meno che il contratto collettivo nazionale di riferimento non preveda una retribuzione piena, migliorativa, anche pari al 100%. Contributi, anzianità, tredicesima e ferie non vengono pregiudicati dal periodo di maternità che a tutti gli effetti è considerato alla stregua della piena operatività lavorativa. Un’importante novità introdotta quest’anno riguarderà il regime dello smart working. I datori di lavoro, pubblici e privati, che usufruiscono di forme di lavoro più flessibili per i lavoratori, dovranno soddisfare prima le madri che, terminato il periodo di maternità, facciano richiesta di accesso (anche nel caso in cui a fare richiesta sia un genitore di figli affetti da disabilità). Le lavoratrici possono presentare la domanda di congedo di maternità online all’INPS attraverso il portale web dedicato, in alternativa, si può fare la domanda contattando il numero dedicato 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile. In ulteriore alternativa le lavoratrici potranno rivolgersi al Patronato di riferimento.