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Come il coronavirus potrebbe cambiare la cultura delle cerimonie, anche dopo la fine ufficiale della pandemia: ecco la nuova normalità

In un anno normale, molti italiani e non solo, si preparerebbero a partecipare ai matrimoni estivi proprio ora: stiratura a vapore di nuovi abiti e prendisole; starebbero ordinando regali per le coppie felici; scrivendo brindisi per gli amici del cuore pronti a convolare a nozze o provando passi di danza imbarazzanti causa di ilarità per tutti. Ma come ben sappiamo ormai, il 2020 non è un anno canonico. La pandemia globale e le politiche di distanziamento sociale che sono state messe in atto per frenare la diffusione del COVID-19 hanno effettivamente escluso grandi raduni e reso molte persone, in particolare gli anziani, molto più titubanti nell’uscire di casa, anche per le nozze dei propri nipoti.

La pandemia da coronavirus ha colpito quasi ogni area della nostra vita, soprattutto i grandi eventi. La crescita del settore del matrimonio è stata tradizionalmente considerata inarrestabile negli ultimi anni, anche quando i tassi di matrimonio globali diminuiscono. Eppure in questi ultimi mesi, con una pandemia mondiale in atto, l’industria moderna del matrimonio si è trovata ad affrontare una sfida senza precedenti, con i futuri sposi che hanno già speso migliaia di euro in depositi non rimborsabili, e con molti interrogativi da risolvere.

Tuttavia, mentre molte decisioni – come quella riguardante la sede del ricevimento e se essa sarà in grado di riaprire in sicurezza garantendo il distanziamento sociale imposto per legge – non dipendono strettamente dalla loro volontà, molte coppie scelgono intenzionalmente di ridimensionare le celebrazioni del loro matrimonio, in questo particolare contesto storico.

Questa decisione di ridimensionamento non si basa solo su considerazioni finanziarie e di sicurezza, poiché persiste un numero record di persone che chiedono sussidi di disoccupazione non avendo lavorato diversi mesi o avendo addirittura perso il lavoro, quindi una cerimonia potrebbe essere per loro motivo di emarginazione. La pandemia ha anche costretto una resa dei conti più ampia tra alcuni sposi, ispirandoli a rivalutare le loro priorità. In tal modo, alcuni aspetti che una volta ritenevano non negoziabili, come il numero di invitati, sono diventati superflui al culmine di una pandemia globale. Alcuni dovranno rinunciare ad avere accanto amici e parenti residenti all’estero, perché nonostante ormai i confini mondiali siano aperti, i viaggi sono altamente sconsigliati.

Dunque, in maniera ristretta e ridimensionata, con qualche accorgimento in più ma si riparte. Tutta la filiera del wedding è pronta a riaprire le porte e regalare il giorno più bello delle proprie vite a tante coppie a partire dal prossimo ottobre. E l’attenzione ai dettagli non può mancare, anche in questa nuova normalità. La parola d’ordine è bene che sia sempre “Made in Italy”, a partire dalle materie prime dei banchetti nuziali, fino agli abiti degli sposi e degli invitati, senza dimenticare le bomboniere, come quelle proposte dallo shop online Nara Bomboniere, leader di mercato dal 2001, e dal 2010 sul web.

Occhio però alle nuove regole per ristoratori ed invitati, quelle che ci proiettano quotidianamente nel post Covid, ricordandoci che qualcosa di davvero interdicente ci ha coinvolti tutti. Si inizia con la rilevazione della temperatura all’ingresso del locale, se è superiore a 37,5° l’invitato non potrà onorare gli sposi con la sua presenza; distanze fra i commensali di almeno un metro e mascherina sul volto qualora questa non possa essere garantita, come nel caso del buffet. A proposito di quest’ultimo, vi ricordate la ressa che si creava quando tutti cercavano di rifocillarsi di quelle pastelle fritte davvero invitanti, lasciando in disparte il piatto con le verdure? Scordiamocela. Adesso sarà il cameriere, munito di guanti-mascherina-e pinze, a prelevare tutto il cibo e metterlo nel piatto.

Una nuova normalità l’abbiamo soprannominata, ed è proprio così che la immaginiamo, anche e soprattutto a discapito dei grandi festeggiamenti.

Inevitabilmente, le grandi celebrazioni del matrimonio perse a causa del coronavirus saranno deludenti per le famiglie e gli aspiranti ospiti e strazianti per le coppie di sposi. D’altra parte, lo scopo di un matrimonio è quello di essere una dichiarazione pubblica di impegno e amore duraturo, ed è difficile immaginare un testamento più potente sulla durabilità del legame di due persone rispetto alla storia di come sono sopravvissuti insieme a una pandemia, le difficoltà che ha presentato e fatto sacrifici personali per il bene superiore.

Eppure un risvolto positivo si può ancora trovare: in futuro le storie delle coppie che si sono sposate durante l’era del coronavirus saranno oggetto di leggende di famiglia, brindisi alle feste di anniversario.

Ce li immaginiamo così i novelli sposi, radunati durante le loro nozze d’oro a raccontare ai propri nipotini la loro vicenda: “La nonna e il nonno hanno dovuto festeggiare in piccolo il loro matrimonio solo perché stavano vivendo la pandemia di coronavirus, quindi eccoci qui, nel nostro cinquantesimo anniversario di matrimonio, a dare al nostro amore la celebrazione che merita, anche dopo tutto questo tempo”.