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“Ci somigliavamo tanto, ma lei è più bella”. Pamela Mastropietro, la madre per la prima volta parla in tv. La donna in lacrime racconta della figlia trovata a pezzi dentro due valigie

 

Quando ha avuto Pamela, Alessandra aveva solo vent’anni: “A volte ci scambiavano per sorelle, non sembravamo mamma e figlia – racconta – Eravamo unite. Ci somigliavamo, ma lei è molto più bella. Pamela è bellissima”. La mamma di Pamela Mastropietro, la 18enne uccisa e fatta a pezzi a Macerata, parla in un’intervista a La Vita in Diretta: la donna, Alessandra Verni, madre giovanissima, in lacrime ha raccontato della figlia, mostrando anche una vecchia foto di loro due insieme. Le sue iniziali sono L.D. e per ora è accusato solo di concorso in spaccio di droga. È il nuovo indagato per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne scomparsa da una comunità di recupero nel Maceratese e il cui cadavere smembrato è stato ritrovato in due valigie. L’uomo, amico di Oseghale Innocent, il nigeriano di 29 anni fermato per il presunto delitto, è ora nel mirino degli inquirenti per stabilire le sue responsabilità e se e come abbia aiutato Oseghale. (Continua dopo la foto)

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Oseghale Innocent, secondo il Corriere della Sera, avrebbe accompagnato Pamela per comprare una dose di eroina da un altro pusher. È questo lo spacciatore finito nel mirino degli investigatori. La ragazza salì poi in casa del nigeriano. Ma molti restano i dubbi sulla morte della ragazza. Pamela, e questo l’autopsia non lo esclude, potrebbe essere morta per overdose, come sostiene Oseghale. Quest’ultimo ha raccontato ai magistrati di aver perso la testa dopo aver visto la ragazza senza vita. Ha quindi sezionato il cadavere e comprato candeggina per pulire. Forse è stato aiutato da qualcuno, è il sospetto degli investigatori. (Continua dopo le foto)

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Intanto, emergono dettagli agghiaccianti su Luca Traini: sabato scorso, l’uomo avrebbe voluto uccidere il nigeriano con la sua Glock, presentandosi direttamente in tribunale, in via Pesaro, durante l’udienza di convalida del fermo. Ma poi, pensando allo schieramento di forze dell’ordine presenti, cambiò programma, puntando a caso su tutte le persone di colore incontrate lungo il tragitto. “Questo non è vero però — ha puntualizzato lui nel colloquio avuto con gli investigatori subito dopo l’arresto —. Quando ho visto delle bambine africane che attraversavano la strada, per esempio, ho sparato in aria per non colpirle. Io volevo fare qualcosa contro l’immigrazione, perché il fenomeno dei clandestini va stroncato”.