Gli si vuole dare una mano perché lo si vede in difficoltà, alleviargli il fardello perché è stanco e i compiti sono tanti, contribuire all’orgoglio di saperlo bravo a scuola; eppure, affermano i pedagogisti ormai da tempo, passare le serate a finire, completare, correggere i compiti dei figli è controproducente sotto vari punti di vista. Ecco perché dobbiamo lasciarli da soli, nel fare i compiti.
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Secondo i pedagogisti, intervenendo si impedisce ai bimbi di trarre beneficio dagli esercizi, quindi di imparare quello che il programma scolastico propone e si limita anche la loro possibilità di mettersi alla prova, di imparare dagli errori, di sviluppare la capacità di impegnarsi, di accettare la fatica. Se il dubbio di un genitore è che la mole di lavoro sia troppa (anche se non facile capire quale sia il ‘giusto’) ne deve parlare con l’insegnante, non assolvere i doveri del figlio! Ecco come invece possiamo aiutarli:
l’aiuto che può dare la mamma è utile se ‘organizzativo’:
- decidere un orario di inizio compiti da rispettare, prima e dopo il gioco;
- assicurarsi che il bimbo abbia dormito abbastanza;
- che goda di un ambiente tranquillo, ben illuminato e privo di distrazioni (in primis smartphones, tv e schermi vari);
- favorire pause rilassanti;
- invitare qualche volta gli amici a studiare insieme perché anche fare i compiti abbia un risvolto divertente
- non affibbiare punizioni o restrizioni all’uso delle tecnologie solo perché si è preso un brutto voto o non si è finito i compiti: i dati dimostrano che le reazioni punitive hanno un impatto negativo sul rendimento scolastico futuro. Meglio sedersi al fianco dei bambini-ragazzi e cercare di superare insieme la difficoltà, lasciandoli soli al momento della responsabilità delle loro scelte. Anche così si impara