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Bimbi morti o resi invalidi, Italia sotto choc. I racconti agghiaccianti dall’ospedale degli orrori

 

Nel reparto di Ginecologia dell’ospedale di Reggio Calabria bastava un po’ di bianchetto per cancellare l’orrore… di due bimbi morti appena nati, delle malformazioni procurate a gestanti e neonati, di un aborto procurato contro la volontà della paziente. La cartelle cliniche venivano manomesse, nascoste in un armadio e poi aggiustate. L’inchiesta ‘Mala Sanitas’, che ha portato agli arresti domiciliari quattro medici e alla sospensione dalla professione altri sette, ha svelato un sistema “freddo, indifferente e irridente con l’unica preoccupazione di ‘pararsi il culo’ – scrive il gip citando frasi intercettate degli indagati – di restare impuniti scappando quando muore un bimbo per malasanità”.

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ospedale orrori dentro2Le storie raccontate nelle oltre 500 pagine di ordinanza sono agghiaccianti. Karol, per esempio, adesso ha cinque anni ed è in stato vegetativo dalla nascita. Dopo il parto avrebbe avuto bisogno di essere intubato, ma, come racconta uno dei medici indagati parlando al telefono con il primario, “quasi un’ora e l’ha intubato, è stato 53 minuti senza intubazione, perché chi l’ha dovuto intubare non è stato capace”. Domenico, invece, è nato già morto. Nessuno aveva effettuato alla madre un tracciato per verificare le condizioni del feto. La madre di Rosario lo ha vegliato tutta la notte senza che nessuno intervenisse, è morto pochi giorni dopo. Sono sempre i medici a svelare involontariamente cosa accadeva in sala parto: “Il bambino è vivo, ma qua l’utero si è staccato… Che c… ne so. Ancora la paziente è con la pancia aperta e con le pezze. È una cosa pazzesca”.

ospedale orrori dentroTra le vittime c’è anche la sorella di uno dei medici arrestati. È lui a decidere di far abortire la donna senza dirle nulla sospettando che il feto possa essere affetto da una patologia cromosomica. Assieme a un collega stabilisce la strategia: “Io vengo già con l’ovulo dentro il guanto… Quando la visito, ho l’ovulo dentro il guanto e me la vedo io”. A nulla servirà il grido di dolore del futuro padre: “Perché lo dobbiamo ammazzare?!”. Eventi tragici ma al telefono tra di loro i medici riescono anche a riderne. «Chissà che ca*** ha combinato quella bestia”. Nessuna preoccupazione, mai nessun provvedimento disciplinare, tanto il ‘sistema’ avrebbe provveduto a celare tutto chiudendo la cartella clinica nell’armadio, aggiungendo esami in realtà mai effettuati e allegando referti appartenenti ad altre pazienti.

Sull’indagine è intervenuta il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “È una situazione veramente scandalosa”, sottolineando come sia “strano che le denunce siano pervenute dai pazienti e non dalla direzione sanitaria”. Nel frattempo, i vertici dell’ospedale stanno predisponendo un piano di emergenza per garantire la continuità assistenziale nonostante gli arresti.